Egitto / Istituzioni a rischio / Scontri e presenza "scomoda" nel Mediterraneo

Creato il 26 novembre 2012 da Marianna06

Il malcontento e le proteste di piazza, al Cairo, non meravigliano più di tanto gli osservatori di “cose”egiziane in quanto la possibilità di uno scontro era da tempo nell’aria (forse lo era fin dall’inizio delle prime dimostrazioni di piazza Tahrir) dal momento che in Egitto da sempre mal convivono almeno due “anime”.

E cioè l’Egitto di chi guarda all’Europa e al mondo per dare in prospettiva un impianto politico e culturale laico al Paese e affiancarlo così alle moderne democrazie e quello, invece,che intende relegarlo sempre di  più nella tradizione, la più oscurantista.

La presidenza di Morsi rappresenta quest’ultima tendenza e ,con i Fratelli Musulmani, ha avuto agevolmente buon gioco nelle recenti elezioni politiche proprio perché le colpe di Mubarak e la corruzione di politici e dei militari della sua cerchia, colpe enormi, avevano esasperato la gente comune che più oltre non era pensabile di fingere di non aver visto.

Inutile, per altro, stare a ripetere anche stavolta le difficili condizioni che sopporta attualmente la maggior parte del popolo egiziano,che non riesce a intravedere affatto un futuro di normalità per sé,  per i propri figli e per i nipoti.

Sono cose note e, oggi, aggravate dalla difficoltà di trovare stabilità interna, allo scopo di progettare a breve una politica seria per fare uscire dal guado l’Egitto.

L’ampliamento dei poteri del capo dello Stato, la riapertura di alcuni processi piuttosto complessi, non sono piaciuti e hanno dato vita alla mobilitazione di massa di chi non condivide una tale linea, che considera incostituzionale.

Morsi, infatti, con un decreto, si è conferito il massimo dei poteri, adducendo quale pezza giustificativa, addirittura, la difesa della stessa rivoluzione di piazza Tahrir.

E cioè le decisioni prese da lui e le leggi da lui emanate avranno, oggi come oggi e fino a data da stabilirsi, immediato valore esecutivo.

La magistratura, in sostanza, è completamente esautorata in quanto in tal modo è cancellato interamente  lo specifico della divisione dei poteri.

Tutto sarà ripreso come sempre, è stato appena ventilato, solo quando il Consiglio della Shura (la Camera Alta) e l’Assemblea costituente avranno dato e, poi, successivamente ratificato, quella che sarà la nuova Costituzione al Paese

Il potere intanto, per tacitare gli animi, mentre nelle ore passate avvenivano questi tafferugli, ha lasciato intendere ufficialmente, invece, che il malcontento fatto serpeggiare è solo opera d’istigatori infiltrati. Che tutto fila liscio come l’olio nel Paese e che non esiste opposizione alcuna all’operato della presidenza.

Resta però, ancora, l’incognita dei “militari”, i quali nel corso di quest’ultime proteste non sono comparsi, quanto meno massicciamente, come era avvenuto in altre circostanze.

Superfluo dire che la “fratellanza” musulmana è sempre con Morsi e non manca di dimostrarlo nelle più disparate occasioni.

Ecco, allora, che le acque  nel Mediterraneo "dirimpettaio" sono per noi (e non solo), ancora una volta piuttosto agitate. 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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