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Egitto / L'incognita Mohammed Morsi

Creato il 28 giugno 2012 da Marianna06

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Mohammed Morsi è, a tutti gli effetti, un presidente senza Parlamento e l’Egitto, oggi, un Paese che ha come contro-altare l’esercito, con tutti  gliantichi strapoteri di cui purtroppo conosciamo ampiamente luci e ombre, vizi e virtù.

Dobbiamo per questo, allora, di necessità essere inclini a pensare che, a breve, il fondamentalismo avrà la meglio sui sogni di democrazia delle giovani generazioni (e non solo di esse).

Non è detto.

Molti intellettuali egiziani sono attendisti e possibilisti.

 Riconoscono- essi sostengono- che occorrono tempi lunghi , perché la Storia del  Paese possa imboccare la strada giusta.

 E,quindi il loro pensiero è altro rispetto agli allarmismi degli osservatori occidentali.

Quasi certamente gli intellettuali egiziani ipotizzano che potrebbe esserci un' intesa in positivo tra presidenza (uomo dei Fratelli Musulmani) e militari, anche perché gli occhi del mondo sono al momento tutti puntati e guardano con interesse, e a ragione, alle prossime mosse politiche egiziane.

La vittoria elettorale  di Mohammed Morsi, inoltre, a dirla tutta è stata caratterizzata nel complesso da un numero maggiore di voti  moderati  rispetto al radicalismo intransigente della “prima ora”.

E questo è già un dato importante, che allontana sospetti di degenerazioni oligarchiche.

E poi, con la vicinissima Israele, una deriva fondamentalista significherebbe un assurdo in termini, inaccettabile per le complicazioni destabilizzanti, che di certo comporterebbe e di cui  bisognerebbe dare inevitabili spiegazioni alla piazza.

In più non tarderebbe la fine certa degli aiuti economici da parte degli Stati Uniti.

 E, ancora , vorrebbe dire, senza dubbio alcuno, dare di nuovo maggiore spazio e potere all’esercito.

Cosa che non è affatto  negli intenti di Morsi.

Possibile è  al contrario un pragmatico dialogo con formazioni come Hezbollah e Hamas, proprio perché, nei loro contesti,  queste svolgono compiti di assistenza alle popolazioni, non dissimili da forme d’intervento paragonabili a quelle nate in ambito cristiano.

L’estremismo, infatti, di queste popolazioni, a ben vedere, è nato essenzialmente da condizioni di vita di  enorme difficoltà.

E anche questo non può essere più, a lungo, ignorato.

E i Fratelli Musulmani , che comunque non aborriscono lo Stato laico (sono presenti nella vita politica egiziana da ben vent’anni con una percentuale almeno del 20% in parlamento), costituiscono per buona parte degli egiziani un riferimento culturale  molto importante.

Se le premesse del discorso d’apertura di Morsi (difesa dello stato di diritto- rispetto dei diritti universali, delle donne, dei minori e delle minoranze religiose), subito dopo l’ufficialità  della vittoria, saranno conseguenti, l’Egitto quasi certamente avrà fatto un buon passo in avanti.

E questo è quanto si augurano tutti i Paesi amici dell’Egitto.

In particolare quelli che si affacciano nel Mediterraneo,  mare che agognano pacifico e non certo ricettacolo di turbolenze e di  contrasti.

E gli scettici, chissà, liberatisi  magari da certi  pregiudizi, potranno anche  avere modo di ricredersi dinanzi a nuovo scenario politico.

Le dietrologie, infatti, non aiutano mai  il processo della Storia .

Semmai fanno esattamente il contrario.Intralciano.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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