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Aggiornamento sullo stato delle antichità.
Ieri Zahi Hawass ha reso pubblico che la statua calcarea del re Akhenaten, il padre di Tutankhamun, è stata restituita al Museo Egizio del Cairo. Questa statua unica, che risale al periodo Amarna (dal 1353 al 1336 a.C. circa) è alta 37 centimetri e raffigura il re in posizione eretta, mentre indossa una corona di colore blu e regge tra le mani protese un vassoio di offerte. La statuina è realizzata in calcare dipinto, e poggia su una base di alabastro egiziano.
Hawass è stato informato che un ragazzo di circa sedici anni, uno dei dimostranti di Piazza Tahrir, ha trovato la statua di Akhenaten vicino al muro sud della cinta del museo, e l’ha portata a casa. La famiglia del ragazzo ha immediatamente chiamato il Ministero di Stato per le Antichità per organizzare la restituzione della statuetta al museo. La scorsa notte, presso la stazione di polizia Turistica e per le Antichità dell’Opera House del Cairo, un comitato archeologico guidato dal Dr. Youssef Khalifa, Direttore del Dipartimento di Antichità Rubate del Ministero, ha preso in consegna la statua e ha confermato la sua autenticità.
La statua era intera e per niente danneggiata, tranne che per il vassoio di offerte che era mancante e che era già stato ritrovato separatamente dentro al Museo Egizio. Il Dr. Tarek El-Awady, Direttore Generale del Museo Egizio del Cairo, ha dichiarato che entrambi i pezzi si trovano attualmente nel laboratorio di restauro per essere sottoposti a una piccola opera di restauro prima di ritornare al loro posto nelle gallerie Amarna.
Tra gli oggetti del museo riportati come mancanti fino ad oggi, questa restituzione porta il numero dei mancanti all’appello a tre:
· il cuore scarabeo di Yuya
· una shabti di Yuya
· la statua della dea Menkaret mentre porta tra le braccia Tutankhamun
In ogni modo Hawass ha ordinato ai relativi incaricati di effettuare un attento inventario di tutta la collezione. Manderà aggiornamenti in corso d’opera, che saranno poi confermati dal report finale di chiusura lavori. Siti archeologici egiziani verso la riapertura Dopo una riunione con altri membri del Ministero di Stato per le Antichità e della Polizia Turistica e per le Antichità indetta per discutere delle misure di sicurezza da adottare, si è giunti alla conclusione che tutti i siti faraonici, copti, islamici e moderni saranno riaperti al pubblico sabato 20 febbraio 2011. Hawass spera che turisti da tutto il mondo presto torneranno a visitare le meraviglie del bellissimo paese. Irruzioni in siti archeologici Hawaas si è detto molto dispiaciuto nel riportare che parecchi reperti archeologici molto importanti sono stati oggetto di atti di vandalismo. Dopo che è stato eseguito l’inventario preliminare, il Dr. Sabri Aziz, Capo del Settore Faraonico del Ministero di Stato per le Antichità ha riportato i seguenti incidenti:
A Saqqara si è verificata l’irruzione nella tomba di Hetepka e la finta porta potrebbe essere stata rubata, insieme ad altri oggetti custoditi nella tomba. Hawass ha organizzato una visita alla tomba col comitato al completo per mettere a confronto il risultato dei danni con immagini scattate in precedenza.
Ad Abusir, una parte della finta porta è stata rubata dalla tomba di Rahotep. In più, sono state confermate irruzioni in un buon numero di depositi, tra cui alcuni a Saqqara, uno vicino alla piramide di Teti e quello dell’Università del Cairo. E’ stato organizzato un comitato per preparare le relazioni e per determinare quanto e cosa manca da questi depositi.
L’Esercito Egiziano ha catturato e dei ladri che cercavano di irrompere nel sito archeologico di Tell el Basta e altri criminali che cercavano di irrompere in una tomba a Lisht. Sono anche stati riportati numerosi attacchi a diversi siti archeologici come costruzioni di case abusive e scavi illegali.
Fonte: redazione di archeorivista.
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