Egitto sofferente /Difficoltà e incertezze a trovare la cura

Creato il 05 agosto 2013 da Marianna06

Tra feriti e caos per le continue manifestazioni di piazza, il bisogno di una ripresa economica,  non più tramandabile, si è manifestato, che sono poche ore, con il gesto, da leggere senz’altro in positivo, della riduzione di 50 punti base del tasso d’interesse del denaro da parte della Banca Centrale d’Egitto.

Questo significa che il Paese dei contrasti insanabili tra militari (casta privilegiata per eccellenza da tempo immemorabile) e Fratelli musulmani (reazionari, bigotti e oscurantisti, abili ad attecchire presso i più poveri e gli incolti con la propria demagogia) desidera, risolti una volta per sempre e, magari anche al più presto, i problemi politici, riavviare il turismo, ad esempio.

Quello che ha, da  sempre ,costituito una buona fonte di reddito e per la popolazione locale e per quello che si dice il segno positivo nel bilancio statale.

Cosa che  da parecchio tempo, per motivi ovvii, non è più.

E che spesso ha fatto  da volano per l’incremento collaterale persino di altre differenti attività lavorative

Fatto questo passo in campo economico-finanziario, occorrerebbe d’ora in avanti, improrogabilmente, trovare, però, l’intesa che non c’è tra le due principali forze politiche contendenti.

Sino a che questo nodo non sarà sciolto,  il cielo egiziano non sarà sgombro da oscure e grevi nubi e la popolazione tutta continuerà a tirare avanti tra pericoli e stenti quotidiani.

E perché ciò sia, risulta scontato agli occhi di tutti coloro che sanno guardare, che ciò che manca è  il “famoso” dialogo tra le parti ( incomprensibile sovente ad una cultura occidentale di tradizione democratica) e  il rilascio di Morsi.

Cosa , quest'ultima, assolutamente  impensabile e molto improbabile al momento.

Pertanto si continua a procedere nell’incertezza dell’istante  successivo, cosa che non fa bene né all’Egitto, né ai paesi del Mediterraneo. Indistintamente tutti.

Senza dire che questo procedere politico e di piazza è ciò che cerca quel fondamentalismo islamico, nemico dell’Occidente, che non perde occasione per insinuarsi lì dove alligna il malcontento e  provare a soffiare sulle braci.

La tattica è sempre la medesima. Piccoli focolai. Grande incendio terminale.

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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