Dopo le rivolte sociali che, in Egitto, hanno posto fine al regime dittatoriale di Mubarak, nell'arco di quattro mesi gli investimenti stranieri nel Paese sono diminuiti del 25%.
Il calcolo è stato reso noto dall'agenzia di stampa statale "Mena", che ha pubblicato i dati ufficiali.
Secondo l'agenzia, tra gennaio e aprile di quest'anno, il valore degli investimenti provenienti dall'estero è stato di un miliardo e 200 milioni di dollari( 400 in meno rispetto all'ultimo trimestre del 2010).
L'insicurezza generale e il calo degli investimenti stranieri hanno determinato anche una diminuzione delle riserve di valuta estera secondo quanto rende noto la Banca centrale egiziana.
Tra marzo e aprile le riserve sarebbero calate da 30 a 28 miliardi di dollari.
L'Ente generale per gli investimenti del Paese ha annunciato perciò la creazione di un fondo da 176 miliardi di dollari, reso possibile dai contributi di alcuni Paesi del Golfo Persico.
In prospettiva delle prossime elezioni e di tutto quanto attiene ad una rivisitazione delle nuove regole per attivare in Egitto un'autentica democrazia nelle istituzioni ,come quella chiesta dalla gente comune scesa in piazza ai tempi della rivolta , a me pare di sentire una "certa" puzza di bruciato.
Mi auguro di sbagliarmi. Ma, a mio avviso, si va in tutt'altra direzione da quella sperata all'inizio degli eventi rivoluzionari.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)