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EGO si rinnova

Creato il 18 settembre 2015 da Media Inaf
Gabriel Chardin, President du Comité des Très Grandes Infrastructures de Recherche (TGIR) del CNRS a sinistra, e Antonio Masiero, vicepresidente dell'INFN a destra

Gabriel Chardin, President du Comité des Très Grandes Infrastructures de Recherche (TGIR) del CNRS a sinistra, e Antonio Masiero, vicepresidente dell’INFN a destra

È stato siglato il 18 settembre l’accordo tra INFN e IN2P3, per il rinnovo di altri cinque anni del consorzio italo-francese EGO (European Gravitational Observatory), che gestisce l’esperimento VIRGO, l’interferometro per lo studio delle onde gravitazionali con sede in Italia, a Càscina, nella campagna pisana.

L’accordo è stato sottoscritto per l’INFN da Antonio Masiero, vicepresidente dell’INFN, e per l’IN2P3 da Gabriel Chardin, President du Comité des Très Grandes Infrastructures de Recherche (TGIR) del CNRS.

«L’estensione del Consorzio EGO per il prossimo futuro – commenta Federico Ferrini, direttore di EGO – è la dimostrazione della fiducia che i due Enti nazionali hanno sia nei confronti del nostro Laboratorio, leader europeo nel settore, sia nei confronti della Collaborazione VIRGO». «Considero inoltre significativa la coincidenza dell’atto formale con l’inizio del primo periodo di attività scientifica degli interferometri avanzati», aggiunge Ferrini, «infatti, il network mondiale di rivelatori gravitazionali, di cui VIRGO fa parte, comincia la presa dati con i due rivelatori LIGO  ai quali presto si unirà VIRGO. Siamo quindi confidenti di poter iniziare a breve un nuovo grande capitolo di fisica».

«La ricerca delle onde gravitazionali – dice Masiero – è uno dei primi esempi di infrastruttura di ricerca globale, nel senso che i vari interferometri dislocati in diverse parti del mondo (due negli Stati Uniti e due in Europa, Italia e Germania, e uno in Giappone) si sono uniti in un network globale, operando insieme e scambiandosi dati e informazioni».

I ricercatori del Consorzio EGO si aspettano di scoprire le onde gravitazionali, di riuscire cioè a rivelare queste minuscole increspature della spaziotempo, previste dalla teoria della relatività generale di Einstein e unico tassello mancate alla verifica sperimentale della teoria di cui si celebra proprio in questi giorni il centenario. Se la scoperta delle onde gravitazionali avvenisse, si aprirebbe l’era di una nuova astronomia, l’astronomia gravitazionale. Le onde gravitazionali si andrebbero così ad aggiungere a fotoni, neutrini, antimateria, quali “messaggeri celesti”, contribuendo a realizzare un approccio multi-messaggero nello studio dell’astrofisica e cosmologia.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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