Timido, introverso e incredibilmente precoce, nella sua breve vita (e altrettanto breve carriera), Egon Schiele (1890-1918) non fu mai estraneo alla polemica. I suoi nudi inquietanti e grotteschi non piacevano ai benpensanti della Belle Epoque: erano troppo erotici, troppo espliciti, troppo angolosi. In una parola. troppo radicale. E infatti Egon Schiele: The Radical Nude è il titolo di quel piccolo gioiello di concisione che è la mostra della Courtauld Gallery.
Standing Nude with Stockings, 1914 Germanisches Nationalmuseum, Nuremburg
Il Courtauld ha fatto della sua mancanza di spazio un punto di forza creando mostre che si concentrano su di un aspetto particolare di una artista, di un movimento o di un periodo storico. In questo caso il focus è sulla percezione della figura umana in Schiele: un viaggio nella psiche di questo genio in 40 tra le sue opere più rappresentative create tra il 1910 e il 1918, date della sua prematura scomparsa a soli 28 anni.Schiele approda nella capitale dell’Impero Asburgico nel 1906 a quindici anni per studiare alla prestigiosa Accademia di Belle Arti, solo per lasciarla nel 1909 dopo essersi guadagnato la reputazione di piantagrane e indisciplinato. Povero e irrequieto, Schiele frequenta avidamente i caffè bohémien che punteggiavano la Vienna d’inizio secolo e in cui intellettuali e musicisti discutevano le nuove teorie psicologiche su sesso e desiderio coniate da Freud. Grande ammiratore di Gustav Klimt, Schiele non da tregua al maestro della Seccessione Viennese fino a quando riesce e a diventarne l’allievo. Da subito dipinge e produce, ma la svolta arriva solo nel 1910 quando nei suoi studi di nudo vediamo affermarsi la sua inconfondibile visione del corpo umano.
I corpi dei suoi soggetti (perlopiù autoritratti, ritratti di amici e della sorella Gertrude, con cui si dice abbia avuto una relaziona incestuosa) sono pure sagome bidimensionali, figure nude rappresentate in pose insolite al limite nella caricature racchiuse da una linea scura e potente di sublime eleganza. Il colore (totalmente antinaturalistico), da’ vita ad alcune delle più originali immagini di nudo mai viste prima. Non più dee o ninfe, le sue donne sono prostitute che abitano una sottoclasse sociale in cui la povertà è la norma. Nelle sue mani il corpo umano diventa un sacco d’ossa angoloso e sofferente, costretto in pose innaturali che spesso costringono l’osservatore a piegare la testa per osservarlo da prospettive impossibili.
Nude Self-Portrait in Gray with Open Mouth, 1910, The Leopold Museum, Vienna
Schiele non degna di uno sguardo l’ambiente in cui le sue modelle si muovono, lo spazio che abitano: il corpo è tutto. Come lo è il disegno, dal tratto spesso e marcato, energico e sicuro, a volte persino violento. I suoi ritratti – nudi di ragazze giovani, bambini (incluso sé stesso poco più che adolescente) trasudano un erotismo tanto esplicito quanto disarmante e non sono al giorno d’oggi meno inquietanti di quando furono creati nella Vienna degli anni Dieci. Non sorprende che la sua arte costò a Schiele due mesi di carcere nel 1912 per oltraggio al pudore.Malgrado tutto, al momento della sua morte prematura, tre giorni dopo quello di sua moglie, durante l’epidemia di influenza del 1918, Schiele era già considerato il più artista austriaco. La sua scomparsa fu una delle più grandi perdite per l’arte moderna. E forse questo spiega in parte il fatto che – nonostante il corpus di opere impressionante prodotto da Schiele nel corso della sua breve vita, nessuno dei suoi dipinti o acquerelli abbia mai varcato la soglia di un museo o galleria inglese. Il che rende la mostra del Courtauld particolarmente straordinaria in quanto offre la possibilità a chi non ha mai visitato il Museo Leopold di Vienna di colmare un’imperdonabile lacuna visiva. E visto ciò che ottenne in un decennio, sfido chiunque a lasciare la mostra pensando cosa Schiele avrebbe potuto creare se fosse vissuto.
Pubblicato su Londonita
INFO: Egon Schiele: The Radical Nude – fino al 18 Gennaio 2015
“The Courtauld Gallery”, Londra
www.courtauld.ac.uk/gallery