E' notizia di ieri che l'ormai noto Gennaro de Tommaso, alias Genny a' Carogna, sia sfuggito ai carabinieri per aver importato, e poi venduto, droga dall'Olanda. Oggi pare si sia finalmente costituito.Divenne noto il nostro affezionatissimo per ciò che accadde durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, quando egli salì sulla ringhiera dello stadio Olimpico per discutere con giocatori e forze dell'ordine se far iniziare la partita o no. I tifosi dentro lo stadio erano un po' incazzati per i tafferugli avvenuti fuori dallo stadio a causa di cui, nei giorni successivi, avrebbe perso la vita un giovane tifoso partenopeo per una pistolettata fatta partire da un ultrà rivale. Così, siccome certe questione si devono risolvere tra uomini, le forze dell'ordine e il capitano del Napoli credettero fosse saggio parlamentare col capo ultras che si penzolava dall'alta ringhiera indossando la t-shirt con su scritto "Speziale libero", un altro grand' uomo avvezzo alle violenze da stadio che uccise il giovane agente Raciti durante gli scontri per il derby Palermo-Catania. Trovato l'accordo, la partita iniziò.Avvenne una trattativa in piena regola, mi pare, tra autorità dello Stato e un capo ultras che in quel momento faceva la parte del cattivo. Notevole anche il fatto che il padre della Carogna fosse, e sia, Ciro de Tommaso, un camorrista affiliato al clan Misso. Divertente il particolare che davvero i mafiosi non sono più quelli con la lupara in braccio, piuttosto adesso si dilettano anche nel dirigere cori e rivolte negli stadi. Ma, apparte questo, è evidente, nonostante Genny lo neghi, che ci sia stata una trattativa tra due parti per decidere se far iniziare o no il match. In poche parole lo Stato ha ritenuto giusto chiedere il parere ad un avanzo di galera se far iniziare la partita o no.
Tornando ai giorni d'oggi, è stato assolto Calogro Mannino, ex ministro DC, accusato dalla procura di Palermo di aver dato vita alla tanto discussa trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. Assolto per non aver commesso il fatto, in sostanza perché le prove a suo carico non erano affatto sufficienti, per capirci si tratta della vecchia "insufficienza di prove". L'assoluzione di Mannino mina le basi del processo sulla trattativa Stato-Mafia, e adesso mi assale la paura che Ingroia e Travaglio rischino di trovarsi senza lavoro, senza saper di cosa blaterare nei salotti tivù per assicurarsi dei bei titoloni di giornale contenenti il proprio nome o un bel numero di copie vendute.
Ecco quel che voglio fare, consigliar loro di indagare a tempo perso e scrivere scemenze sulla vera trattativa tra lo Stato e la Mafia avvenuta proprio dentro lo stadio Olimpico poco prima della finale di Coppa Italia. Perché almeno in questo caso il cattivo è stato condannato a due anni di galera, nell'altro invece ci sono state solo chiacchiere e editoriali.
E come diceva Robert De Niro ne "Gli intoccabili", siete solo chiacchiere e distintivo!