Ei Towers apre all'ipotesi di accontentarsi di una quota di minoranza di Rai Way, rinunciando alla condizione di conseguire almeno il 66,7% del capitale attraverso l'opas lanciata sulla controllata di Viale Mazzini.
In una lunga nota di chiarimenti chiesta dalla Consob in vista dell'assemblea che venerdì dovrà deliberare sull'aumento di capitale a servizio dell'offerta, la società del gruppo Mediaset non esclude «a priori» l'esistenza di «modalità alternative» per raggiungere i «benefici derivanti dal progetto industriale» di creare un polo unico delle torri tv «anche nell'ipotesi di titolarità di una partecipazione di minoranza» nella controllata della Rai.
«Tuttavia l'individuazione di tali modalità alternative, che ad oggi non sono state considerate da Ei Towers, presuppone una valutazione congiunta con l'Emittente (cioè Rai Way, ndr) e il suo azionista di maggioranza (la Rai, ndr)», spiega la nota.
Ei Towers si dice quindi «disponibile ad avviare quanto prima un dialogo con Rai Way e Rai, al fine di illustrare e verificare il progetto industriale volto alla creazione di un 'operatore unico' nazionale» sperando in una condivisione del progetto. Fino ad ora «non è intervenuta né è stata programmata alcuna iniziativa» con le due società, che anzi hanno bollato come 'non sollecitata' e dunque ostile l'offerta di Ei Towers.
Fino a quando la società di Mediaset e quella della Rai non si confronteranno sul progetto del polo delle torri tv «gli elementi a disposizione» di Ei Towers «non consentono una valutazione in ordine alla possibilità di raggiungere l'obiettivo» dell'operatore unico attraverso altre strade rispetto a quella che prevede la conquista di almeno il 66,7% di Rai Way.
In ogni caso l'individuazione di percorsi alternativi a quello tracciato dall'opas richiede «la piena condivisione» con la Rai in merito al conseguimento di una serie di obiettivi relativi «al raggiungimento di una scala dimensionale paragonabile» ai big europei del settore, «alla razionalizzazione dell'infrastruttura, oggi in parte duplicata» e «alla piena integrazione organizzativa delle due strutture».