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El campo

Creato il 09 luglio 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

El campo

Anno: 2011

Distribuzione: Cinecittà Luce

Durata: 85’

Genere: Thriller

Nazionalità: Argentina

Regia: Hernàn Belòn

Troppo spesso i trailer, le sinossi e i materiali stampa sono davvero fuorvianti e in grado di condizionare pesantemente l’umore e la predisposizione alla visione di un film. Nel caso di El campo la produzione mira a pubblicizzare il film come la storia di una famiglia che si trasferisce in una isolata casa di campagna. Di notte, un rumore qui, uno là, la famiglia comincia a disgregarsi, sopraffatta dalla paura e dall’inquietudine: praticamente circa la metà del thriller moderno è fondata su questo plot. Sai che novità.

Non è il caso di dire che le cose stanno in maniera profondamente diversa, ma sicuramente El campo prende un po’ le distanze da questo cliché per una serie di motivi. Il film è alquanto raffinato, non molto, ma decisamente più della spazzatura che circola attualmente in questo genere. È ben bilanciato fra suspense, inquietudini (più o meno condivisibili) e (rare) visioni oniriche. Croce e delizia di questa pellicola è il fatto che non accade nulla. Assolutamente nulla. È interessante seguire le vicende, facendosi trasportare dal senso di oscurità, senza che la storia scada necessariamente nella tendenza degli ultimi thriller in cui si contano circa una ventina di colpi di scena, da cui potrebbero nascere altrettanti film (tutti mediocri tra l’altro).

El campo

Vedendo El campo si ha il timore che il film, prima o poi, aderisca alla “nuova”, diffusissima tecnica del BUUU!!! (ovvero qualcuno o qualcosa che spunta all’improvviso da dietro una tenda, da un tombino, da dietro un muro, o da dentro una tazza del cesso). Ebbene, ottime notizie: questo non accade. Il regista Hernàn Belòn (co-autore della sceneggiatura insieme a Valeria Radivo) opta per una sobria analisi dei rapporti familiari provati dal forzato isolamento a cui gli inquilini sono sottoposti. E, proprio su questo versante, ciò che prima era delizia diventa la croce: l’esasperato clima di riflessione e inquietudine silenziosa, soprattutto della donna (Dolores Fonzi), annoia profondamente e si ha la sensazione che il film non porti da nessuna parte. Però l’intenzione è sicuramente intelligente e trae spunto da un tipo di cinema decisamente più colto ed elegante. Apprezzabile, ma la pellicola non ingrana. Peccato. Buona l’idea del cast ridotto all’osso (quattro attori e una bambina piccola), buona l’idea di scavare in paure fortemente “umane” e reali, buona l’idea (ripeto) di non far accadere nulla, ma il risultato, in fin dei conti, arriva a malapena alla sufficienza.

El campo

Le musiche sono veramente sdolcinate, orribili quasi quanto quelle di Giovanni Allevi; e inoltre un appunto alla produzione: nella sinossi si parla della moglie turbata dal “comportamento del marito, che le appare mutato, come se si trattasse di una persona diversa da quella che le sta accanto da anni”. Bene, le cose non stanno esattamente così: il marito esplode (giustamente) dopo che la suddetta insiste nel rompere fastidiosamente le palle (con tecnica sopraffina) per tutto il tempo in cui si è insediata in quella maledetta villa. Solidarietà al marito dunque, tutta la comunità maschile è con lui.

Riccardo Cammalleri

El campo
Scritto da Riccardo Cammalleri il lug 9 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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