Magazine Diario personale

El desempleo

Da Astonvilla
EL DESEMPLEORicorderete tutti quando Raul annuncio' che mezzo milione di cubani avrebbero perso il posto di lavoro e parallelamente diede il via al discorso del lavoro por cuenta propria.
Mezzo milione di persone da lasciare a casa non sono propriamente una barzelletta,e' una buona percentuale di forza lavoro per Cuba.
La perdita del lavoro da un lato ha rappresentato,ovviamente,una perdita di fonte di reddito da parte di chi l'ha subita (10-15 cuc sono pochi ma sono piu' che zero) ma,come sempre accade in questi casi,anche un essere posto ai margini del processo produttivo del paese.
Avere un lavoro,magari feo e sottopagato,e' comunque un qualcosa che da' dignita' a un esistenza,un modo di passare il giorno,una maniera di sentirsi parte del processo produttivo del paese.
Non e' mai bello essere lasciati a casa,in nessuna parte del mondo.
I criteri usati per questo desempleo sono stati la tutela dei padri di famiglia,sono stati lasciati a casa i piu' giovani e quelli che non avevano nessuno sul groppone.
In piu' quei lavoratori che avevano manifestato poco attaccamento al lavoro preferendo fare le cose in proprio con numerose assenze in un anno.
Nella peluqueria La Illusion de Tunas ne hanno licenziate 6 che lavoravano piu' a casa che nella struttura statale....non a caso oggi hanno aperto la loro attivita' con tanto di insegna fuori.
Questo ha svuotato la peluqueria di lavoranti tanto che,mi diceva il sergente maggiore,oggi ce ne sono solo piu' un paio quando all'inizio di questa storia ne lavoravano 7/8.
Per contro il mio barbero,quello sul parque al fianco del Reymar,barbero dove vado da 8 anni a tagliarmi i capelli prima di rientrare in Italia (a pochi pesos) e' diventato particular e ha preso 2 lavoranti nuovi i classici "ragazzo spazzola",credo debba farlo per legge.
Il privato cresce e lo statale si rimpicciolisce,in fondo e' questo che voleva Raul.
Alla fine come dicevo sono stati lasciati a casa i ragazzi,ne conosco qualcuno,ma questa politica non tardera' a dare i suoi deleteri frutti,ci sono lavori in cui la gioventu' e' indispensabile,penso al campo informatico e delle nuove tecnologie dove un giovane apprende molto di piu' di uno della mia eta'.
Lasciare a casa i giovani,oltre a privarli del futuro vuol dire avere altri fancazzisti por la calle,gente che non ha nulla da fare e che in qualche modo...inventa.
Non credo che questo criterio di scelta sia stato valido,forse era meglio anticipare la pensione a qualcuno avanti con gli anni,lasciare a casa qualche grasso amministratore ladrone e promuovere i giovani invece che fare il percorso inverso.
Cuba pero' spesso sfugge da ogni logica.

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