El Fuerte de Samaipata (Foto: ancient-wisdom.co.uk)
Sulle montagne boliviane, a 1920 metri di altezza, si trova il sito archeologico denominato El Fuerte de Samaipata. La sua caratteristica principale è costituita dalla formazione rocciosa di 260 metri di lunghezza per 60 di ampiezza completamente scolpita dall'uomo e conosciuta come Templo de la Roca Esculpida de Samaipata. Dal 1998 l'area della città di Samaipata è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità.La Roca Esculpida è circondata da strutture di epoca Inca (XVI secolo d.C.), parte delle quali furono posizionate in punti strategici. Il rilievo di El Fuerte venne costruito con funzioni abitative e di vigilanza che non evitarono, però, l'assalto e la sconfitta degli Inca da parte dei loro tradizionali nemici, i Tupi-Guaranì.
Le rovine del Fuerte prospicienti la piazza di Samaipata
(Foto: Fotopaises.com)
Gli archeologi conoscono poco delle culture preincaica che si alternarono a Samaipata. Queste provenivano tutte dalla selva amazzonica boliviana. La Roca Esculpida potrebbe essere il prodotto di differenti sovrapposizioni culturali preispaniche che si alternarono in un lasso temporale che va dal 300 al 1500 d.C.
Uno dei canali presenti sulla Roca
Esclupida (Foto: bibliotecapleyades.net)
Un gruppo inca si stabilì al Fuerte de Samaipata intorno al XV secolo d.C.. Secondo la relazione di padre Diego Felipe de Alcaya, scritta tra il 1626 e il 1636, Wankane, parente del sovrano Inca Wayna Capac, fissò qui la sua residenza. In seguito lo raggiunse il fratello Condori, che divenne responsabile delle miniere d'oro e d'argento scoperte a Caypurum e Guanacopampa.
La Roca Esculpida, particolare
(Foto: bibliotecapleyades.com)
Prima dell'arrivo degli europei i Tupi-Guaranì abitavano le coste del Brasile e del Paraguay. Giunsero in Bolivia in seguito a diverse ondate migratorie. Qui schiavizzarono i Chané e ne sposarono le donne.
Il sito archeologico di Samaipata venne studiato dall'archeologo cecoslovacco Tadeo Haenke (1795) e dal francese Alcide Dessalines d'Orbigny (1832). Gli scavi più recenti si devono ad una missione tedesca guidata da Albert Meyers (campagne 1994-2000). Nel 2013 è partito il progetto di conservazione della Roca Esculpida promosso dalla Professoressa Sonia Avilés, dell'Università di Bologna. La roccia è molto fragile, si tratta di un'arenaria altamente porosa, sulla quale fino a qualche tempo fa erano libere di salire persino le mucche. I turisti, poi, hanno contribuito non poco allo stato di cattiva conservazione di questo prezioso reperto, "ornandolo" di firme, cuori e dediche varie. Dal 1998, anno dal quale il sito è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità, la roccia è severamente sorvegliata.