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ELANTRIS, di Brandon Sanderson
Fanucci Editore, 701 pagine, € 30,00 (€ 9,99 versione ebook)
Genere: fantasy
Voto: 5/5
Elantris è il primo romanzo scritto da Brandon Sanderson, autore statunitense ormai affermatissimo, pubblicato nel 2005 ma tradotto da noi solo l'anno scorso.
E' stato il mio primo approccio con questo autore e l'ho trovato molto positivo.
La storia ruota attorno alla città di Elantris, in passato luogo di magia e di felicità eterna e, al tempo della narrazione, posto maledetto. I suoi abitanti vengono colpiti da una maledizione per la quale i loro corpi dimenticano di essere morti: il cuore non batte, il sangue non scorre, le ferite non guariscono, eppure gli Elantriani camminano e pensano.
Anche Raoden, il principe ereditario di Arelon, viene colpito dalla maledizione e viene rinchiuso dentro la città di Elantris.
Questo comporta che la sua promessa sposa Sarene, la scaltra principessa di un regno vicino, si ritrovi vedova prima ancora del matrimonio. Amante degli intrighi politici, la fanciulla si unisce ai nobili che desiderano rovesciare l'inetto re Iadon.
Intanto l'Impero religioso di Fjordell invia ad Arelon uno dei suoi emissari, Hraten, dandogli tre mesi per convertirne la popolazione. Scaduto il termine Fjordell invaderà il regno con la forza.
Raoden, Sarene e Hraten sono quindi i tre punti di vista che scandiscono la narrazione.
Sono personaggi delineati a tutto tondo, per nulla banali, sopratutto Hraten (per motivi che non posso svelare per non spoilerare). Sono sicuramente loro la forza del romanzo, anche se comunque la trama è intelligente e capace di tenere sulle spine.
In effetti, alla fine Sanderson si dimentica di spiegare un passaggio fondamentale e lascia aperte diverse domande, però è l'unico difetto del romanzo, se difetto lo vogliamo chiamare; abbasserebbe il voto di mezza stellina, ma do comunque il massimo perché il romanzo è stato in grado di tenermi incollata alle pagine.
Probabilmente qualcuno potrebbe trovarlo noioso, perché gli unici capitoli di azione sono gli ultimi quattro; per il resto sono 650 pagine d'intrighi politici e spiegazioni della magia, ma nonostante ciò i colpi di scena piazzati sempre al momento giusto riescono a mantenere desta l'attenzione.
E' la dimostrazione che un romanzo fantasy non ha bisogno di adrenalina continua e diecimila morti ammazzati per essere bello.
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