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Elefanti

Creato il 26 dicembre 2012 da Cren

chitwan, nepal, elefantiForse, in un racconto di Salgari, lessi che un elefante, dopo che il suo mahout (guidatore) aveva aperto per anni le noci di cocco rompendole sulla sua testa, aveva fatto lo stesso amazzandolo. Forse qualcosa di analogo è successo a Dhrube, l’elefante pazzo, che sta terrorizzando i villaggi intorno al parco di Chitwan (creato nel 1973, esteso per circa 1000 Kmq-1\3 della Valle d’Aosta). E’ uno dei 200 elefanti che vivono nella savana e nella giungla, che s’estende fra Nepal e India. Forse, anche a lui, qualche umano gli ha fatto qualche scherzetto.
I contadini raccontano che Dhrube già 5 anni orsono assaltò un posto di polizia, poi almeno otto uccisioni d’umani, fra cui l’ultima, pochi giorni fa, di due anziani contadini. Sono avvenimenti che, ogni tanto accadono qui sotto quando, nei mesi pre-monsonici, elefanti e rinoceronti attaccano i villaggi o s’incattiviscono per la mancanza d’acqua. Ma è, adesso, strano che un elefante selvaggio, normalmente docile, attacchi gli umani. S’è scatenata una caccia, per ora senza risultati, i contadini hanno bloccato la strada per protestare contro l’esercito per la mancata cattura e uccisione, è insorta la Animal Nepal Society chiedendo che sia risparmiato. Si pensa che l’incazzatura di Dhrube sia dovuta alla mancanza di rapporti sessuali, intanto, per adesso, è sparito.
Questi avvenimenti hanno fatto emergere anche la crisi finanziaria della Nursery (Breeding Center) per elefanti funzionante ai margini del Parco. Qui sono accuditi gli elefantini appena nati e quelli malati (in tutto circa una ventina) ma i soldi sono finiti sia per il foraggio che per il cibo dei 15 impiegati.
I potenti imprenditori delle lodges del Parco non se ne preoccupano, e organizzano a Sirahua, con grandi feste la corsa degli elefanti, il beauty contest, la maratona e prove varie che vedono la partecipazione di team stranieri e che sembra aver sostituito il classico e decennale Elephant Polo. Spettacolo sorprendente e un po’ patetico per la fauna umana.
Intanto nel Terai c’è la solita ondata di freddo, nebbione e i soliti morti (almeno 17 scrivono i giornali).
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