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Elefanti come mammut!

Creato il 05 settembre 2011 da Marianna06

   E’ IMPORTANTE DIFENDERE LA CREAZIONE / E  KUKI  GALLMANN  LO  FA

 

Kuki

 

Come fare per convincere l’umanità ad acquisire una mentalità nuova e differente, cioè  meno cialtrona e utilitaristica, nei confronti dell’ambiente?

Come impegnarsi a far comprendere ai più l’importanza di non sottovalutare affatto la cosa  tanto sul piano sociale quanto su quello personale?

E questo poi specie quando il contesto è complesso, difficile, povero? E si  potrebbero cercare e  magari trovare agevolmente delle attenuanti, degli alibi, delle pseudo- giustificazioni?

Kuki Gallmann, italiana, trevigiana, oggi nota scrittrice, lo fa da sempre,dalla fine degli anni ’70, a Laikipia, in Kenya.

Un territorio, che confina a ovest, con la Grande Rift Valley, dove vive la tribù dei Pokot, gente pacifica ma indomita.

Kuki arrivò in Kenya con il marito,Paolo che, come anche il suo unico figlio,  morì disgraziatamente alcuni anni dopo la loro permanenza.

Lei, che con lui aveva impiantato una fattoria modello e che era innamorata dell’Africa,invece di fare rientro in Italia, come chiunque altro avrebbe fatto al suo posto, pensò bene di fermarsi e di continuare l’attività intrapresa con il suo compagno.

Anzi per onorare la memoria dei suoi cari, nel tempo, fonda la Gallmann Memorial Foundation, che si occupa di riforestazione, protezione dell’habitat e di ricerca del settore allo scopo di ridurre, per quanto possibile, la povertà endemica degli abitanti di quei luoghi.

Alcuni anni dopo nasce anche la Laikipia Nature Conservancy, dove vivono rinoceronti, elefanti, ghepardi e circa 470 specie di uccelli.

Un vera e propria riserva. Un paradiso in terra per gli animali e per tutti coloro che li amano e li rispettano e  vogliono vederli liberi, felici, al riparo da ogni eventuale pericolo.

L’impegno prioritario per queste splendide creature d’Africa è tuttavia difenderle dal bracconaggio, un esercizio illecito, punibile, ma purtroppo molto diffuso in Kenya e non solo.

Nonostante siano state varate leggi in merito.

Un’attività redditizia,il bracconaggio, che spesso trova omertosi persino governi e polizia locale.

Kuki, oltre che nei suoi libri (ha scritto ben cinque romanzi e il prossimo sarà in libreria nel 2012), in ogni circostanza possibile(giornali-tv ma anche chiacchierate amichevoli)) denuncia il disastro “annunciato” che, in particolare, attualmente riguarda gli elefanti e , in seconda battuta, subito dopo i rinoceronti.

Ovvero il rischio di estinzione totale di queste due specie.

L’accusa mirata è diretta in particolare al mercato cinese, avido di avorio e  anche di polvere di corno di rinoceronte, considerata, secondo antiche credenze ,afrodisiaca.

E, a detta di Kuki, la situazione sta sul serio precipitando negli ultimi tempi, e pure velocissimamente,  da quando la Cina è onnipresente nel continente africano con i suoi danarosi investimenti, ben accolti tutto sommato dalle stesse lobby politiche, sulla cresta dell’onda al momento attuale, nei diversi Stati.

Lo scambio zanne d’ avorio o corni di rinoceronte contro costruzioni di strade,riaperture d’impianti minerari, nascita di empori , centri commerciali,ristoranti, palazzine residenziali e quanto altro è possibile, per quegli africani senza coscienza ecologica, è solo un enorme dono piovuto da dove non si sa bene.

Il resto non conta.

I primi elefanti a cadere sotto le fucilate dei bracconieri(solitamente somali e dotati  di armi modernissime di contro a quelle datate,ad esempio, delle guardie della Laikipia Nature Conservancy) sono stati i maschi -  racconta Kuki.

Ultimamente però si è passati a dare la caccia alle femmine di elefante e questo significa avviarsi inesorabilmente verso la fine della specie - sottolinea la donna.

Elefanti come i mammut .

Coloro che in Cina,o anche altrove, apprezzano i raffinati oggetti di avorio intagliato-continua la Gallmann- non hanno idea del prezzo che la creazione paga per il soddisfacimento di una sciocca vanità umana. E sono dunque complici tanto del losco uomo d’affari ,che organizza il traffico, quanto del bracconiere, che abbatte materialmente l’animale.

Se ci riflettessero - precisa – farebbero altre scelte  per adornare la propria abitazione o la propria persona.

Così come capirebbero ,una volta per sempre, che la polvere di corno di rinoceronte non ha proprio niente a che vedere con il potenziamento della loro abilità nelle  prestazioni sessuali.

Ed elefanti e rinoceronti potrebbero finalmente trascorrere i loro giorni in tutta tranquillità.

Insomma, senza domanda non c’è offerta che tenga.

 Almeno questo lo sappiamo bene.

Tutti.

Ritornando agli interrogativi iniziali, non c’è una risposta immediata e risolutiva  del dramma in corso anche perché ci sono state, in Kenya e in altri Paesi africani, diverse azioni dimostrative contro il bracconaggio e soprattutto contro il traffico criminale, che è di taglio internazionale ( sono state bruciate tonnellate di zanne d’elefante sequestrate) ma non ci sono mai stati in seguito quei  riscontri positivi, che ci si attendeva.

Allora?

Allora occorre continuare con l’educazione, specie quella delle giovani generazioni.

In Africa e non solo.

Saranno i giovani, quasi certamente, a salvare l’Africa e il resto del mondo e ad insegnare ai loro genitori ciò che è giusto fare e ciò che non  lo é.

Di questo Kuki non ha alcun dubbio.

E il suo scrivere autobiografico (  narrare di una intera vita trascorsa in un’Africa piuttosto aspra,almeno agli inizi della sua permanenza,  difficile comunque a viversi per svariati motivi e non priva talora  di cocenti delusioni e di  dolori personali) ha essenzialmente questo significato.

Testimoniare che è possibile provare a cambiare uno stato di cose complesso, e perciò arduo, pur se questo si presenta con tutte le sue intrinseche apparentemente insormontabili difficoltà .

 Senza arrendersi.

Mai.

Trasformare, insomma, le sfide in opportunità.

Senza paura.

 

   Marianna  Micheluzzi (Ukundimana)


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