Magazine Cultura
Si finisce altrimenti col distorcere i fatti per adeguarli alle teorie
anzichè adeguare le teorie ai fatti"
(Sherlock Holmes)
Be' sapete che dopo essere riemerso da oltre 1200 pagine di "Tutto Sherlock Holmes" non ho ancora capito perché elementare Watson sia diventato un classico giallo dei tormentoni?
Voglio dire, Sherlock non usa spesso la locuzione "eccellente" e non tratta poi così da imbecille Watson con le sue deduzioni. Anzi, se lo porta sempre dietro facendomi quindi venire un altro dubbio sulla sessualità investigativa come fu per Hercule Poirot. Che Sherlock Holmes sia gay? Di Watson non si puè proprio dire. Si innamora sin dalle prime avventure di una di quelle donnole svenevoli che potrebbe diventare ricca e invece preferisce rimanere virtuosa purché la morte del padre venga vendicata. Ma Holmes, pur trattando con i guanti l'universo femminile non se ne innamora mai.
Ci sarà una ed una sola donna - Irene Adler - che lo farà a fettine colpendolo nel suo ego e lasciandogli una cicatrice sopra. Per il resto Holmes non si lascia andare a nessun tipo di trasporto, nemmeno sessuale. Ed è proprio voluta la cosa. Non è che lui sia schizzinoso, semplicemente non vuole che i sentimentalismi si mischino con i casi che deve risolvere. Palpatine a Watson non ne dà, hanno stanze separate e semmai è Watson che torna sempre all'appartamento del detective al 221b di Baker Street perché non può fare a meno del suo amico. E va bene, abbiamo capito: è John Watson ad essere bisessuale!
Adesso che abbiamo chiuso con il gossip giallesco, devo anche sputare due rospi che mi costano. Uno è che il feticcio zuni che perseguita Amelia nel truce film "Trilogia del Terrore" era già stato inventato da Conan Doyle. Vedasi "Nel segno dei quattro" e "L'avventura di Wisteria Lodge" dove i feticci sudamericani sono già oggetto di angosce e fanno anche un certo ribrezzo. Per di più il primo lancia dardi velenosi sul Tamigi come se giocasse a frecette in un pub, tra una birra e l'altra.
E poi sì: Agatha Christie ha studiato a lungo Conan Doyle. Pur rimanendo per me la più grande scrittrice gialla dell'epoca d'oro per l'impareggiabile capacità di descrivere stati d'animo e di caratterizzare centinaia di personaggi, la dama ha attinto. Eccome se ha attinto. Del resto che cos'è il capitano Hastings se non un Watson più tonto? Per converso, Hercule Poirot pare essere più cerebrale di Holmes avendo a che fare con matasse delittuose molto più ingarbugliate. I filati di lana con sopra il teschio creati dalla Christie sono infatti più complessi, perciò il lettore che la predilige deve stendere le braccia e reggere la tensione per più tempo, se vuole dare una mano a dipanarli. Holmes è anche più fallibile e modesto rispetto a Poirot, preferendo lasciare che sia Scotland Yard a prendersi i meriti delle sue riuscite e ridendo di ciò durante la lettura dei giornali che elogiano i funzionari di polizia come se la soluzione dei casi sia esclusivamente farina del loro sacco.
Detto ciò, leggetevi l'opera di Conan Doyle e vi farete un gran regalo. Non lasciatevi intimorire dalla consistenza del libro: "Tutto Sherlock" scorre che è un piacere tra dialoghi brillanti e battute mai fuori posto. Eccezion fatta per "Il Mastino dei Baskerville" che è un vero e proprio romanzo di maggiore durata rispetto agli altri, per il resto la narrazione è spesso episodica e veloce, procedendo come una carrozza rapida in un'Inghilterra cupa e incantevole, popolata dal brivido di tante vite misteriose e a prima vista incomprensibili che si illuminano con sorprendente chiarezza al passaggio della lanterna di Holmes. Cercate però di non tirare le cuoia in circostanze misteriose anche voi perché oggigiorno di Sherlock non ne fanno veramente più ...
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