Le sue opere sono un fascino di colori e sensualità, è un piacere perdermi fra di esse, ed è con piacere che v’invito a leggere l’intervista che segue…buona lettura!.
Amabili Spine
My first heartbeat
Come nasce Cunene? E come nasce l’arte in Elena Zanotti?
L’”arte” è stato il mio gioco preferito fin da quando sono riuscita a tenere in mano il primo pastello: fin da bambina ho occupato il mio tempo libero disegnando, pasticciando, creando e studiando danza classica. Solo dopo la laurea, nel 2008, ho trovato il canale adatto per esprimere la mia passione al meglio: con lo pseudonimo di Cunene, comincio, da autodidatta, a sperimentare adoperando la macchina fotografica e i programmi di editing grafico; al contempo inizio ad elaborare i primi monili in fimo e a disegnare e creare i miei primi cappelli ad ispirazione vittoriana, la produzione dei quali si amplierà negli anni successivi, soddisfacendo anche richieste provenienti dagli ambienti della rievocazione storica del XVIII secolo.
Il creare ha sicuramente un che di terapeutico (mi piace definirmi creativo-compulsiva).
Atropos
structure of the living things
Le donne che ritrai sono delle moderne Mata Hari, donne di potere, che simboleggiano qualcosa di forte…parlacene.
Le donne che ritraggo mi piace vederle ambigue, delicate e bambine ma pericolose e forti. Sono molto spesso portatrici di simboli e significati, sempre pronte a ricordare allo spettatore l’ambivalenza tra bellezza e decadenza.
I colori sono importanti per te?
Per me i colori sono fondamentali, specialmente se contrastanti, sono veicolo di informazioni.
Automaton
Quanto di te c’è all’interno delle tue opere?
Penso sia impossibile scindere se stessi da ciò che si crea.
Personalmente sono piuttosto introversa, non amo esternare la mia emotività a parole, trovo che farlo attraverso le immagini sia funzionale allo stesso modo.
Il computer è diventato strumento artistico a disposizione della composizione visuale. l’arte non può essere insegnata. Può essere stimolata o no?
Sono autodidatta, quindi non ho mai studiato come “fare l’arte” ed è un dispiacere che mi seguirà sempre. Probabilmente padroneggerei la tecnica in modo molto migliore.
Il computer come strumento, più precisamente, i software per l’elaborazione grafica come mezzo per elevare la fotografia a qualcosa che va oltre la realtà, mi permette di raggiungere i risultati che ottengo.
Internet poi sicuramente aiuta, sia per la visibilità che offre sia per l’ispirazione che dà, se si cerca bene, ogni giorno si possono trovare idee e stimoli preziosi.
Heart, do not stand as a witness against me
Come vedi il futuro dell’Arte in Italia? Soprattutto quella giovanile?
Argomento spinoso, il mondo dell’arte è un mistero per me. Ai giovani serve tanta tenacia, fortuna, tanta pratica, contatti giusti e molto altro per ottenere ciò che desiderano. Il futuro è imprevedibile.
Mostre & Eventi futuri?
Attualmente tre miei lavori sono all’interno del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo per la mostra “Camere oscure”, curata da Enzo Biffi Gentili, direttore del MIAAO, Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi di Torino. Durerà fino al 14 settembre, l’ambientazione è unica e le fotografie esposte sono
numerose, tutte raffiguranti ogni sfaccettato aspetto del gotico.
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