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Elettra Pollastrini, operaia, partigiana, deputata comunista

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

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Elettra Pollastrini

A giudicare dalle date di nascita e di morte di Elettra Pollastrini, Rieti 1916 – Rieti 1990, potrebbe non essersi mossa di un passo dal luogo dove è nata e dove poi morirà, una delle tante esistenze perse tra l’omertà dei testi scolastici e il disinteresse per l’umanità.

Elettra Pollastrini invece ha realizzato lotte internazionali, in nome dell’antifascismo che la ispirava fin da adolscente:  donna, emigrata politica, operaia, inviata dal fronte, partigiana all’estero e poi parlamentare e legislatrice antifascista in Italia sempre con la tentazione di partire di nuovo.

Una piccola Odissea, la sua vita, un viaggio in continua partenza, sempre convinta ed appasionata dei suoi ideali e della necessità inarrestabile di dover combattere tutti i fascismi, da quelli italiani a quelli spagnoli, da quelli di polizia a quelli sul lavoro.

Nasce a Rieti nel 1916 in una famiglia antifascista, obbligata già nel 1934 ad abbandonare l’Italia e rifugiarsi in Francia per via dell’opposizione al regime mussoliniano.

Così Elettra si ritrova in un Paese straniero, giovanissima e già fermamente appassionata alla lotta al fascismo.

Dopo aver aderito quindi al Partito Comunista, trova lavoro come operaia alla Renault e lì si unisce alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici, guadagnando la testa di ogni manifestazione e prendendo parola ad ogni assemblea, impegnata politicamente con il Fronte Popolare intenzionata a sviluppare un ampio movimento di giustizia, libertà e progresso.

Fa anche parte della “Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà” partecipando al Congresso mondiale femminile contro il fascismo e la guerra. Durante questo congresso, largamente partecipato da tutte le nazionalità, fu riservata un’accoglienza particolarmente calorosa alla delegazione italiana composta da emigrate politiche come Elettra Pollastrini, ma anche da delegate arrivate clandestinamente dall’Italia per prendere parte ai lavori congressuali.

Allo scoppio della guerra civile spagnola, Elettra si unisce agli antifascisti e si re

ca in Spagna per combattere il franchismo con le Brigate Internazionali, anche in veste di inviata dal fronte della storica rivista Noi Donne.

Al suo ritorno in Francia, dopo le battaglie e le delusioni del fronte iberico, viene arrestata e trattenuta nel campo di Rieucross ( la Francia provvedeva infatti ad internare tutti gli antifascisti ). E’ proprio in questo campo di concentramento che conosce Teresa Noce, Baldina di Vittorio Berti, Angiolina Fibbi ed altre donne italiane attive nella resistenza antifascista.
Elettra rimane prigioniera fino al 1941 quando riesce a tornare in Italia, a Rieti, dove riprende la sua attività partigiana clandestina.

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Partigiane italiane

Durante questa nuova esperienza di resistenza viene arrestata dai tedeschi e portata in Germania per venti mesi nel carcere di Aichach. Anche qui Elettra entra in contatto con tante prigioniere italiane

militanti dell’antifascismo e rimanendo fedele alle sue lotte, la condanno anche a punizioni corporali e note di biasimo nel carcere.

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Le 21 donne della Costituente

Dopo la liberazione antifascista, Elettra riesce a tornare di nuovo in Italia ed è una delle donne comuniste ad entrare a far parte della Consulta Nazionale, l’assemblea legislativa provvisoria. Le donne avevano scarsa autorità nella preparazione della legge elettorale per la Costituente, tagliate abbastanza fuori dai lavori e dalle discussioni sui problemi del Paese, ma erano comunque riuscite a ritagliarsi una rappresentanza: tra le Madri Costituenti, nove erano comuniste, tra cui cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi ), nove democratiche cristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio), due socialiste ( Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).

Nonostante ciò però Elettra riesce a farsi valere politicamente e a combattere non più col fucile in spalla ma con armi dialettiche e legislative, così viene eletta all’Assemblea Costituente ( dal 2 giugno 1946 al 12 maggio 1948 ) dove riuscì invece a lavorare sul territorio, aprire un dialogo politico con la gente, “dal basso”.
Nel 1948 viene eletta deputata del PCI alla Camera, confermata per due legislature.
L’esperienza parlamentare la vede attiva come sempre. Nel 1953 scrive con Matteucci la proposta di legge per cui lo Stato si dovesse far carico delle spese di ricostruzione del nuovo palazzo di giustizia di Rieti. Nel 1954, durante la seconda legislatura, lotta per la previdenza per le popolazioni del rietino danneggiate dalle alluvioni del 1952 e per un piano idraulico organico. Le zone colpite dalle catastrofi naturali erano state infatti catalogate come “aree depresse” e Pollastrini cercò di risolevvarne l’economia investendo quanto possibile nell’economia agraria – la più danneggiata, ma anche il settore fondamentale allo sviluppo di terre inospitali per lo sviluppo industriale.
Nel 1955 denuncia alla Camera la brutalità delle forze dell’ordine di Rieti durante il funerale di un militante del partito comunista: durante il corteo, amici e compagni sventolavano una bandiera rossa come da volontà del defunto, ma alcuni agenti di polizia fascisti avevo strappato di mano la bandiera e impedito al funerale di continuare, per poi sporgere anche denuncia il vicesegretario del Partito Comunista della zona.
Pollastrini denuncia l’accaduto, non solo per ottenere risposte immediate ad atteggiamenti di abuso di potere delle forze di polizia, ma anche per protestare contro quello che definisce un indirizzo politico sbagliato, un sistema ancora impregnato del fascismo da cui pensavano di essersi liberati, segni di un regime totalitario ancora da estirpare del tutto.

Dopo queste ed altre battaglie parlamentari, nel 1958 poi Elettra si trasferisce in Ungheria, dove per cinque anni lavora a Radio Budapest.

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Donne partigiane in Italia

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Donne partigiane in Italia

In memoria di Elettra Pollastrini, l’ANPI ha costituito il circolo «Città di Rieti–Elettra Pollastrini» rendendo omaggio ad una partigiana ed una delle madri della Costituzione e della Repubblica nata dalla Resistenza.


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