Massimo Pittau. Oh la bellezza della lingua italiana, perché distingue perfettamente il “dire” dal “parlare”! Nei 15 giorni precedenti l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana e anche in quelli immediatamente successivi nella televisione pubblica italiana e pure in quelle private c’è stata una lunga maratona di trasmissioni e di ascolto, la quale ha finito col configurarsi come un autentico e grandioso “trionfo del parlare”: politici, giornalisti, opinionisti, perpetui partecipanti alle innumerevoli rubriche televisive, non hanno fatto altro che parlare, parlare, parlare, ma molto spesso senza “dire” proprio nulla.
Molti di loro esprimevano i loro pareri come se stessero esponendo e rivelando le più elevate e più difficili verità di carattere politico, sociologico e pure metafisico. E alcuni dimostravano codesta loro convinzione anche elevando gli occhi al cielo, come se stessero svelando le verità sublimi ma nascoste nella mente della Divinità.
E poi facevano discorsi su discorsi, sempre complicati, complessi, difficili, attorcigliati, anche per esprimere fatti e concetti che pure appartengono alla comprensione del comune mortale. Sì, la politica è una cosa difficile, ma non è poi del tutto lontana dal comune pensare dell’uomo normale, se è vero – come è vero – che essa viene fatta ed attuata da comuni mortali, non da individui tutti geniali e tutti superdotati.
Ed invece i “parlatori” facevano intendere di conoscere certe cose che il comune mortale neppure immagina né immaginerà mai.
Stupisce poi che i conduttori delle rubriche di approfondimento insistano nel richiamare individui che nelle precedenti puntate hanno fatto autentiche figure barbine. Ed è stato pure rispolverato qualche politico di lunghissimo corso, il quale in realtà non aveva fatto altro che collezionare una lunga serie di figuracce.
E dopo, ad elezione effettuata del Presidente, quale spettacolo grandioso e commovente e quasi unanime, quello del tentativo di “salire sul carro del vincitore”! Quanto numerosi “parlatori” hanno presentato e continuano a presentare il nuovo Presidente quasi fosse un “Santo”: lodi, elogi, osanna a non finire! E sicuramente verranno subito fuori anche numerose “biografie agiografiche” del Presidente Santo.
In seguito però, alla prima semplice scivolata o anche semplice tentennamento del Santo Presidente, i medesimi “parlatori”, politici, giornalisti, opinionisti non faranno a meno di “cambiare musica”, adoperando però non più i violini, bensì i tromboni e le grancasse….
Un po’ di serietà, Signori, un po’ di moderazione! E trattenetevi alquanto e soprattutto siate coerenti!
Featured image, la retorica è l’arte del persuadere mediante i discorsi. Speaker Joseph Gurney Cannon, scanned cartoon from 1908. Cartoon by Clifford K. Berryman.
Massimo Pittau. Oh la bellezza della lingua italiana, perché distingue perfettamente il “dire” dal “parlare”!
Nei 15 giorni precedenti l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana e anche in quelli immediatamente successivi nella televisione pubblica italiana e pure in quelle private c’è stata una lunga maratona di trasmissioni e di ascolto, la quale ha finito col configurarsi come un autentico e grandioso “trionfo del parlare”: politici, giornalisti, opinionisti, perpetui partecipanti alle innumerevoli rubriche televisive, non hanno fatto altro che parlare, parlare, parlare, ma molto spesso senza “dire” proprio nulla.
