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Elezione Pontefice. Riti e canoni

Creato il 14 febbraio 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

PAPA: VERSO IL CONCLAVE, COSA SUCCEDE DOPO IL 28/2/SPECIALE14 FEBBRAIO – Nel mese di marzo, poco prima di Pasqua, si suppone, ci sarà una nuova elezione pontificia. Il mondo intero guarderà alla Cappella Sistina e alla sua fumata. Un rito di due millenni si compirà all’interno del Conclave, l’organo destinato ad eleggere il pontefice. Tutto si svolgerà al chiuso, lontano dallo sguardo del pubblico, fino all’affacciarsi del nuovo pontefice, dopo la formula habemus papam, recitata dal loggione centrale di San Pietro. Il Conclave nacque quando, nel 1270, gli abitanti di Viterbo, stanchi dell’indecisione dei cardinali elettori, li chiusero in una stanza imponendo loro di uscirne solo dopo aver nominato il nuovo pontefice. Dopo una lunga storia, Papa Paolo VI ha definito, nel 1975, la normativa attuale per l’elezione del Santo Padre (Romano Pontifici Eligendo), che fissa a 120 il numero di appartenenti al collegio elettorale. Giovanni Paolo II, con l’Universi Dominici Gregis, nel 1996, ha stabilito che il Conclave deve svolgersi in Vaticano, nella Domus Sanctae Marthae, eliminando, inoltre, la possibilità di elezione per acclamazione, ormai da tempo in disuso. E, ancora, l’11 giugno 2007, Benedetto XVI ha stabilito, con il Motu Proprio De Aliquibus Mutationis, che la maggioranza per l’elezione del pontefice deve essere di 2/3 degli elettori.

Il giorno fissato per l’inizio del Conclave, i cardinali elettori, dopo aver partecipato alla Missa Pro Eligendo Pontefice, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio, si recano nella Cappella Sistina, dove sono allestiti i banchi per l’elezione ed è stata montata la stufa con cui si produrrà la fumata, bianca o nera, per l’elezione del pontefice. Giunti nella Cappella Sistina, il Decano pronuncerà il giuramento per tutti i cardinali. Dopo i giuramenti dei singoli cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie pronuncerà l’extra omnes. All’interno della Cappella Sistina, saranno presenti dispositivi per rilevare la presenza di eventuali apparecchi elettronici; i cardinali hanno il divieto di comunicare in qualsiasi modo con l’esterno. Gli elettori hanno inoltre il divieto di comunicare a chiunque il nome del nuovo pontefice prima dell’habemus papam.

conclave
L’unica forma possibile di elezione è quella per scrutinium, che comporta la maggioranza di almeno 2/3 dei cardinali elettori. Ogni cardinale scriverà sulla busta con la dicitura “eligo in Summum Pontificem” il nome del candidato da lui scelto e si recherà con la busta piegata in due, e ben visibile, davanti all’altare, sul quale è presente un’urna e, davanti al Giudizio Universale di Michelangelo, pronuncerà il giuramento solenne: “Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere”. In seguito, le schede verranno aperte e successivamente allo spoglio bruciate nella stufa presente nella cappella. Se si è giunti ad una maggioranza, il Decano del Collegio Cardinalizio o il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche si reca dall’eletto e gli chiede se accetta l’elezione a Sommo Pontefice: “acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?”. E, se ottiene risposta affermativa, domanda nuovamente: “quo nomine vis vocari?”. E l’eletto pronuncia il nome con cui vuole essere chiamato. In seguito, il nuovo pontefice viene lasciato a riflettere nella Stanza delle Lacrime (la sacrestia della Cappella Sistina), dove si raccoglierà in un momento di preghiera e riflessione.

L’elezione viene annunciata dalla loggia della Basilica di San Pietro dal Cardinale Protodiacono, il quale pronuncia l’habemus papam: Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum Dominum (nome dell’eletto in accusativo latino), Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem (cognome dell’eletto non tradotto in latino), qui sibi nomen imposuit (nome pontificale in genitivo latino, seguito dall’eventuale aggettivo numerale ordinale). In seguito, il nuovo Papa si affaccia alla loggia di San Pietro. Sebbene vietato dal cerimoniale, sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI si sono rivolti alla folla subito dopo la loro elezione.

Entro marzo dovremmo sentire nuovamente l’habemus papam.


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