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ELEZIONI

Non ho mai scritto niente di politica. Non voglio farlo adesso. Voglio parlare di elezioni senza parlare di politica, ci proverò con dei ragionamenti.
Come mai scrivere di una materia così spinosa ?
Mi ha spinto a dibattere di questo argomento la bassa affluenza alle urne in occasione delle elezioni provinciali. Nel 1948 i votanti erano del 92,23 alle politiche. Il dopoguerra era un momento di forte partecipazione, le donne votavano per la prima volta. Fino agli anni 70 l’affluenza si è mantenuta abbastanza alta, poi il declino continuo.
Nell’ultima tornata il crollo : 37,7% in Emilia Romagna e 44% in Calabria.
Possiamo osservare cosa è successo all’estero con la caccia al voto con il porta a porta di Obama ripreso successivamente da Hollande.
Non funzionano volantini, telefonate, sms, mail.
Con il contatto personale si richiede un certo impegno all’elettore, di andare a votare come ha sempre fatto, gli si dà importanza, ad una certa ora ecc. i risultati poi arrivano.
Anche diffondere i dati dell’astensionismo poi contribuisce ad aumentarlo.
I casi di votazione sono di diverso tipo : politiche, amministrative, europee, referendum.
I referendum costano più o meno come le altre votazioni.
E’ sufficiente che almeno 500.000 cittadini sottoscrivano un referendum, questo viene indetto.
Peccato che se non va a votare quel certo numero di aventi diritto (la metà più uno) il referendum è nullo. Al contrario non è prevista la nullità per le elezioni politiche o regionali.
Ancora una volta in caso di DOVERI veniamo meno ai nostri impegni e non ci sono conseguenze per noi cittadini.
Ho reperito le motivazioni dell’astensionismo da wikipedia :
“Astensionismo fisiologico-demografico 
Un’assenza dal voto, determinata da cause fisiologiche che generano malattie invalidanti, che va distinta da quella dovuta a motivazioni demografiche quali il minor numero di iscritti nelle liste elettorali per la diminuzione della natalità o per l’invecchiamento degli aventi diritto al voto che rende loro difficoltoso recarsi a votare.
Astensionismo tecnico-elettorale 
Astensionismo causato dalle difficoltà di capire o di accettare nuove modalità di voto o da una scarsa efficienza nel recapito dei certificati elettorali.
Astensionismo apatico 
Fenomeno questo connesso alla crisi delle ideologie e dei partiti verso la fine degli anni ’70.
Astensionismo di sfiducia-protesta 
Caratteristico delle ultime consultazioni elettorali dopo la fine della cosiddetta “ prima repubblica “

Motivazioni diverse, il risultato è quello che pochi voti non rappresentano poi i cittadini.
Ora io credo che una elezione con la quale una regione si aspetta di incaricare un certo numero di persone alla guida della regione stessa e si vede consegnare una squadra rappresentativa di un ristretto numero di cittadini dovrebbe essere annullata come il referendum.
L’annullamento di una elezione amministrativa regionale avrebbe conseguenze gravi, e sicuramente la regione stessa risulterebbe ingovernabile, e poi ad es. commissariata, ma da chi ?
Oppure si dovrebbero indire nuove elezioni e questo punto pagate da chi ??
Da tutti i cittadini italiani ?
C’è un modo di dire : – vai vai che tanto paga pantalone ! – e a pagare sono sempre gli stessi..
Allora credo che il 50% potrebbe essere un limite al di sotto del quale non si debba mai andare e….se qualche regione ci dovesse scivolare, bene allora che la regione stessa faccia due conti di quanto costa una nuova elezione, la rifaccia e l’addebiti a TUTTI i cittadini aventi diritto.

Mi dispiace per chi quella volta avevano votato, ma non si può anche andare a controllare chi ha votato e chi no.
E’ sempre successo che con le nostre leggi italiane “la sconta il giusto per il peccatore”.
Questa non sarebbe ne la prima ne l’ultima volta!
Ora è chiaro che il mio è uno sfogo, ma credo legittimo. Si continua a chiedere dai nostri politici ed amministratori il rispetto delle norme, dare l’esempio con comportamenti onesti, e poi non andiamo a votare e magari non ci va nemmeno bene quando vediamo chi è stato eletto.
Congruenza, chiedo troppo forse, ma almeno questo…
Solo lo spettro di pagare una tassa sulle votazioni non valide spingerà i cittadini a votare con lo stesso ardore del dopoguerra.
Al momento non vedo alternative plausibili.


Archiviato in:Riflessioni, Società civile Tagged: politica, riflessioni, Società civile

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