Elezioni a Luino: la posizione del circolo locale di Sinistra, Ecologia e Libertà

Creato il 29 aprile 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Il circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca tiene a fare alcune precisazioni sulle prossime elezioni amministrative, che vede gli uomini di Nichi Vendola non appoggiare alcuna lista. Queste parole, spiega Diego Intraina, nascono dalla volontà di spiegare ai cittadini luinesi la posizione della sezione SEL locale in riferimento a quanto avvenuto negli ultimi mesi e rispetto a quanto sta avvenendo in campagna elettorale per le amministrative di maggio.

Diego Intraina e Antonio Azzarito, del Circolo di SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca

Intraina: “Credo che il progetto di frantumazione politica sia inutile”. “È d’obbligo fare delle riflessioni su quanto è successo in questi ultimi mesi e lo faccio – spiega Diego Intraina del circolo SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca -, per evitare imbarazzi che potrebbero protrarsi negli anni futuri, a titolo personale, pertanto assumendomi la totale responsabilità. Personalmente e come dirigente politico, non voglio contribuire a questo impazzito progetto di frantumazione politica perché lo ritengo inutile, oltre che dannoso, alle necessarie future dinamiche sociali di cui la città ha e avrà sempre più bisogno. Non è pensabile che questa frammentazione, che non si riesce a spiegare diversamente se non come gioco d’immaturità, fatta di incapacità dialettica, di sintesi politica e patologica, con una ricerca di soli ambiti di personalizzazione, possa aiutare a ridare motore ed energia a quello spirito di condivisione richiesto da tutti quei processi democratici che si vogliono avvicinare a forme di autogoverno orientate verso strumenti di democrazia deliberativa: reale trasferimento di almeno una quota di potere decisionale ai cittadini”.

La proposta di SEL era quella di “trasferire almeno una quota di potere decisionale ai cittadini”. “Come SEL – continua Intraina – abbiamo tentato in tutti modi di spostare l’asse degli interessi su queste argomentazioni, abbiamo provato in modo dialogico a vaccinare i differenti ambienti partitici e movimentisti, senza nessun risultato, rendendoci conto, forse troppo tardi, che il virus del personalismo e di conseguenza della banalità politica aveva ormai superato qualsiasi ragionevole argomentazione. A dire il vero non ci siamo limitati in questi cinque anni a richiedere e affrontare solo momenti di serena dialettica, abbiamo voluto seriamente confrontarci anche attraverso una ‘collaborazione silente’, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni (forse per questo paghiamo d’impopolarità), presentando proposte ed elaborazioni articolate e dettagliate che mettevano il bene della città davanti agli interesse di parte; questo l’abbiamo fatto con l’uscente Governo della città, con il Partito Democratico e con Luino Futura”.

“Abbiamo cercato di mettere al centro la necessità di un diverso modello comportamentale”. “Quello che abbiamo cercato di mettere al centro della discussione – dice Intraina – era la necessità di un diverso modello comportamentale, di gruppo o personale, dentro e fuori al Palazzo, ma sembra proprio che da parte di questi ambienti (escluso Luino Futura) non ci fosse un’attenzione, una comprensione seguita da una volontà di concretezza. Mi potrei dare anche una risposta del perché di questo insuccesso: non sono o siamo simpatici. Però è pur vero che risulta difficile, subito dopo, di riuscire ad accettare che alcuni di questi argomenti di ‘partecipazione empatica’ siano ripresi, quasi puntualmente, nelle espressioni programmatiche dei singoli gruppi. Definirsi conservatori, moderati o progressisti purtroppo non è sufficiente per darsi una veste d’intelligenza politica; entrambe queste parole per essere concretamente comprensibili devono rappresentare, dichiarare e difendere quei valori universali che a loro volta generano e supportano adeguate strutture concettuali e strumentali. Una di queste è la democrazia a cui non si può, per evitare storici errori (fascismo o forme di comunismo deviato), non riconoscere una forma dinamica in continua “evoluzione fuggitiva” a cui è richiesto, per tenerla viva, di tendere continuamente investendo in processi collettivi d’inclusione e coinvolgimento con l’unico interesse di voler accrescere la cultura civica. È su questo che in questi mesi abbiamo tentato di concentrare la discussione, non sui soliti programmi (ormai tutti uguali) composti d’oggetti di vario genere come le piste ciclabili, sale polivalenti, servizi alla persona ecc., ma su un nuova visione amministrativa: paradigma alternativo che possa stimolare processi di elaborazione dell’intuizione, della creatività sociale e della trasformazione delle opinioni individuali in domanda sociale collettiva, azioni indispensabili per dare concretezza ad una ricerca attiva di forme di solidarietà predisposte ad soluzioni sostenibili di sussidiarietà.

I motivi del fallimento della “rivoluzione socio-politica” auspicata e proposta da SEL Luino. “Insomma abbiamo cercato di iniettare uno Spirito empatico, una vera rivoluzione sociale, un nuovo umanesimo, un cammino che individui nell’individuazione di forme alternative di relazione tra i cittadini e il Municipio la soluzione a questa crisi globale. Il fallimento d’incomprensione è risultato però facilmente visibile, il risultato e stata questa banale avvenuta e assurda frammentazione e una inevitabile apertura di supermercati dei desideri (su questo cercherò di essere più chiaro in un prossimo articolo). Ci troviamo oggi di fronte a preesistenti soggetti politici collettivi impermeabili e a nuove compagini che sino ad oggi sono state invisibili, se non inesistenti, nonostante la forte sollecitazione degli argomenti trattati. Liste che non fanno altro che confermare gli stessi principi e metodi comportamentali fino ad oggi applicati e che nulla hanno fatto per rallentare questa crisi di civiltà; compagini che credono di affrontare i problemi complessi individualizzandosi, paradossalmente, all’interno di logiche separatiste generazionali: separazione nella separazione; oppure in smentite dell’ultima ora: sparizione del movimento cinque stelle dalla lista, presenza che nei dialoghi interlocutori ha di fatto compromesso soluzioni possibili d’accorpamento”.

L’augurio ai candidati sindaci e alle loro liste da parte di Intraina. “A questi diversi ambiti faccio, nonostante tutto, i miei auguri ricordando a loro che per fare politica non è indispensabile occupare una poltrona anzi: le esperienze più fresche e creative, oltre che utili, partono quasi sempre da luoghi lontani dalle istituzioni, con cui però queste non possono fare a meno prima o poi di confrontarsi o scontrarsi. La scelta di aver deciso di non partecipare a questa frammentazione, che ritengo giusta per gli evidenti motivi sovraesposti, lascia però un amaro in bocca: si sa per certo che molti elettori non potranno esercitare il diritto di voto perché non riusciranno a riconoscersi in nessuna di queste formazioni. Evidentemente questa condizione di frammentazione e di impossibilità di voto non ha fatto altro che annunciare il fallimento politico di un progetto di centro-sinistra e in particolare del Partito Democratico che ha perseverato nel credere, ad interessi a cui molti risultano essere ancora poco chiari, ad un progetto di grande coalizione che, però, si è da subito infranto con la candidatura di quattro sindaci d’area e di cultura di centro-destra. Tale irresponsabile comportamento dei gruppi dirigenti del PD, e non solo, è sicuramente, frutto di confusione politica e come tale dovrà essere, subito dopo le elezioni indipendentemente dal risultato, essere affrontato e risolto per la sopravvivenza dei partiti stessi”. Si conclude così il comunicato stampa firmato Diego Intraina, del circolo di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca di Sinistra Ecologia e Libertà.


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