di Giovanni Bensi
da Mosca. I sondaggi rivelano che, in vista delle presidenziali del 4 marzo, il premier Vladimir Putin si trova in una situazione che potrebbe rendere necessario un secondo turno. Cioè egli non vincerà subito e dovrà andare al ballottaggio, verosimilmente con il leader comunista Gennadij Zjuganov, che nelle precedenti elezioni si è sempre piazzato al secondo posto. Questo è quanto si deduce dai dati pubblicati dai due maggiori istituti demoscopici, FOM e VTsIOM.In ogni caso Putin rimane leader nella corsa alla presidenza, ma il suo rating ormai non cresce. VTsIOM dà il premier al 49% dei voti, perciò meno di due settimane fa, quando Putin era quotato al 52%. Tuttavia, avverte l’istituto, la differenza rientra nel margine di errore statistico (3,4%). All’inizio di gennaio Putin aveva il 48%, afferma inoltre VTsIOM, e il 24 dicembre, giorno dell’ultima grande manifestazione di protesta “Per elezioni oneste” nel 2011, il premier era sceso al 45%.
FOM valuta il rating elettorale di Putin al 44%, rilevando una riduzione dell’1% nella settimana dal 15 al 22 gennaio. L’istituto non indica il margine di errore statistico delle sue rilevazioni. Il 25 dicembre, cioè il giorno successivo alla dimostrazione di protesta, Putin era sceso al 44%.
Le ultime rilevazioni di FOM e VTsIOM, dunque rendono di nuovo reale la prospettiva di un secondo turno delle presidenziali. La causa della stagnazione del rating di Putin, che già sta attivamente conducendo la campagna elettorale, sta nel fatto che egli non propone nessuna nuova agenda: questa, almeno, l’opinione del politologo Dmitrij Oreshkin, che formula la seguente diagnosi: “Affinché il rating cresca, Putin dovrebbe dire qualcosa di nuovo, ma lui non lo fa. Il fatto che viaggi molto non aggiunge nulla, e forse addirittura lo danneggia. Egli non affronta il rischio di incontrare nuovi gruppi di elettori, preferisce ritrovarsi con elettori fidati, ma queste manifestazioni hanno lo stesso costrutto dei famosi incontri di Leonid Brezhnev con le lavoratrici della fabbrica di filati di Ivanovo-Voznesensk, cioè praticamente zero”. A giudizio di Oreshkin il rating reale di Putin non supera il 30-40%.
Il rating di Gennadij Zjuganov, il comunista eterno secondo, in base ai dati sia di FOM che di VTsIOM, è stabile intorno all’11% dei voti. Per ora egli è il leader fra i candidati dell’opposizione, e nel caso che Putin prendesse meno del 50%, sarebbe il suo sfidante al secondo turno. Se si confrontano i tre ultimi rilevamenti di FOM, si vede che il rating di Vladimir Zhirinovskij, il nazionalista terzo candidato e unico esponente dell’opposizione parlamentare che non abbia partecipato alle recenti proteste, è in continuo calo: attualmente gli viene accreditato il 9%, due settimane fa aveva il 10% e alla fine di dicembre l’11%. Anche per lo VTsIOM, Zhirinovskij ha il 9% e questa previsione non muta dall’inizio di gennaio.