Una lettera «irricevibile», secondo l'ufficio di presidenza della bicamerale, che alla sua risposta ai vertici dell'azienda allega la presa di posizione del presidente Roberto Fico: «La commissione non può esprimersi dando pareri preventivi alla Rai nè suggerendone i palinsesti. Personalmente - spiega l'esponente dei Cinque Stelle su Facebook - ritengo che la proposta della Rai violi i principi della par condicio dato che bisogna assicurare a tutte le forze politiche parità di trattamento». Una replica indiretta, forse, anche a chi aveva ipotizzato che il movimento di Beppe Grillo potesse schierarsi in questo caso con Pd e Forza Italia.
Contro la proposta erano già insorti i partiti minori, i cui esponenti sarebbero stati relegati in seconda serata, dalle 22.30 in poi: ieri a San Macuto avevano protestato, in particolare, il Nuovo Centro Destra con Paolo Bonaiuti, Scelta Civica e Lega. «Non si può violare la par condicio ad personam», commenta oggi Bruno Molea (Sc), plaudendo alla decisione della bicamerale. «Abbiamo ribadito che l'azienda è libera, nella sua piena autonomia, di stabilire i palinsesti delle trasmissioni relative alla campagna elettorale per le europee, secondo le proprie esigenze e i propri obiettivi. Nello stesso tempo, tuttavia, abbiamo sottolineato che tale autonomia si può e si deve esercitare nel rispetto delle norme in vigore», prova a smorzare i toni Vinicio Peluffo (Pd).
Mentre sarebbe ancora in piedi la trattativa per portare Grillo nel salotto di Bruno Vespa, i 'piccolì sono ancora sul piede di guerra: all'indomani del richiamo dell'Agcom, che ha chiesto a tutte le tv di assicurare una presenza adeguata anche alle forze minori, i candidati di Green Italia Verdi Europei parlano di «regime», «complice l'Autorità», e annunciano una diffida ai vertici di Viale Mazzini per protestare contro l'esclusione dai talk show, in particolare Porta a porta e Ballarò, pronti a «presentare denuncia agli organi giurisdizionali competenti per la richiesta dei danni»