Andrea Palini per La Meta
(…) «Io e Dondi abbiamo fatto un lungo percorso insieme all’interno della Federazione Italiana Rugby. Lavoro con Dondi ormai da sedici anni e sono convinto che le cose
non succedano per caso. Ho toccato con mano tutti i vari ambiti della federazione, ho avuto la possibilità di lavorare all’interno del sistema in moltissime vesti e credo che
la mia candidatura a presidente rappresenti il naturale andamento del mio percorso all’interno della FIR. Ho fatto il tesoriere, mi sono occupato del Sei Nazioni e sono
stato vice-presidente vicario perciò sono convinto che questo fosse un passaggio naturale».
Quali sono i punti principali del suo progetto?
«Credo che si debbano avere dei principi saldi per poter pensare di governare. Il nostro movimento cresce solo se cresciamo insieme. Deve crescere la Nazionale, devono crescere le società, devono crescere gli arbitri e soprattutto i tecnici.
È importante che la Federazione si impegni a continuare il lavoro fatto sino a questo momento perché è indubbio che ci sia stata una grande crescita. Le società devono
avere una maggiore centralità nel movimento perché è da loro che parte tutto. L’idea deve essere quella di una crescita globale perché non si possono fare passi avanti se non si cresce tutti insieme».
(…) Quali sono i suoi piani per l’alto livello?
«Per poter aspirare a una Nazionale che entri nelle prime otto posizioni del ranking dell’International Rugby Board dobbiamo lavorare affinché ci riesca la nostra Under
20. I progetti a breve termine per la nostraNazionale sono già stati fissati
dall’attuale amministrazione perché credo che la rosa per la Rugby World Cup del 2015 sia praticamente già consolidata. Unendo i giocatori della Nazionale maggiore e quelli della Nazionale Emergenti, infatti, dovremmo trovare il gruppo che ci rappresenterà in Inghilterra».
(…) Parlando sempre di Celtic, quanto influirà la nascita della nuova franchigia federale in termini di sviluppo dei giocatori?
«La Federazione non ha mai voluto prendere il posto degli Aironi ma è stata costretta a farlo perché non c’erano più le condizioni per continuare. Detto questo, ritengo che in passato ci siano state delle difficoltà di comunicazione tra la FIR e le due squadre che
partecipavano alla Celtic League. Ovviamente con la nascita della nuova franchigia federale queste difficoltà diminuiranno in parte ma l’obiettivo è quello di iniziare
a lavorare insieme anche a Treviso per un fine comune, ovviamente senza mai ledere gli interessi del club. Bisogna lavorare insieme per permettere alla Nazionale di avere
giocatori migliori e al massimo della loro forma».