Domenica scorsa, le elezioni anticipate in Montenegro sono state le none elezioni per il rinnovo del parlamento dalla fine del partito unico e le terze da quando Podgorica nel 2006 ha proclamato l'indipendenza dalla Serbia. Alle elezioni hanno preso parte sette coalizioni, cinque partiti e un gruppo di cittadini. I 514.000 cittadini aventi diritto di voto hanno eletto il nuovo Parlamento composto da 81 deputati. Come spiegato nella decisione del capo dello stato, Filip Vujanović, i montenegrini si sono recati alle urne prima del termine previsto, vale a dire prima della prossima primavera affinche' il governo possa avere la piena legittimita' a portare il paese al suo obiettivo finale, cioè l'adesione all'Ue. Va detto che durante la campagna elettorale si sono individuati due grandi blocchi politici: la coalizione 'Per il Montengro europeo' di Milo Đukanović e il Fronte Democratico. La coalizione 'Per il Montenegro europeo' e' composta dal Partito Democratico Socialista di Milo Đukanović, dal Partito Socialdemocratico di Ranko Krivokapić, il presidente del Parlamento uscente e per la prima volta, con loro vi e' il Partito Liberale di Andija Popović. Dall'altra parte c'era il Fronte Democratico guidato da Miodrag Lekić, ex diplomatico dai tempi dell'ex stato comune Serbia e Montenegro. Di questa coalizione fanno parte tre partiti. Al tempo stesso, domenica si sono svolte anche le elezioni locali a Kotor, Budva e Nikšić. Da aggiungere che il voto e' stato seguito da 1200 osservatori locali e circa cento rappresentanti dell'OSCE.
La situazione economica e sociale in Montenegro e' sempre piu' difficile, sempre piu' numerosi sono gli scandali di corruzione ed intorno all'uomo forte del Montenegro, il premier Milo Đukanović, si sta sempre piu' stringendo il cerchio fatto dall'amicizia con gli oligarchi dubbiosi e persone contro le quali pendono i mandati di cattura dell'Interpol, compromettendo cosi' il suo carisma, scrive un commento del quotidiano croato 'Jutarnji list'. Tra gli scandali che premono si trova quello provocato dalle tangenti nella vendita del Telecom montenegrino, in piu' gli affari della sorella di Đukanović. Tutto questo ha provocato critiche che Đukanović ha trasformato il Montenegro in "una proprieta' privata". Dall'altra parte, quello che sicuramente e' stato il cavallo vincente di Đukanović e' l'inizio dei negoziati di adesione con l'Ue poiche' il 56 percento dei cittadini appoggia l'ingresso del Paese nell'Ue. C'e' da aggiungere che lo stato e' anche compromesso dai partiti filo serbi, tutt'ora contrari all'indipendenza del Montenegro.
I partiti di opposizione montenegrini hanno reagito diversamente ai risultati delle elezioni, ma tutti come qualitativo hanno sottolineato il fatto che la coalizione governativa di Milo Đukanović non ha ottenuto la maggioranza assoluta e quindi per la formazione del governo saranno necessari i partiti delle minoranze. Il lieder del Frone Democratico, Miodrag Lekić, ha invitato tutti i partiti delle minoranze di essere "all'altezza del compito" e ha annunciato che il Fronte il quale dopo le elezioni e' diventato la maggior forza di opposizione in Parlamento, discutera' con tutte le "forze democratiche" del Paese sulla formazione del cosiddetto "governo di unita'". Questo e' l'inizio della fine del potere del DPS, ha detto Lekić. Il Fronte ha vinto sette seggi in piu' rispetto alle precedenti elezioni e con altri due partiti di opposizione che in tutto hanno vinto 36 seggi, vale a dire tre meno della coalizione governativa, potrebbero in effetti formare la maggioranza con i partiti delle minoranze. Gli analisti valutano pero' che e' piu' probabile l'alleanza post-elettorale della coalizione di Đukanović con i partiti delle minoranze.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza per la puntata diPassaggio a Sud Est andata in onda oggi.