I tanzaniani in genere sono persone miti per natura, che però vivono una quotidianità, tranne che per i ceti più abbienti ,che ci sono in Tanzania come ovunque, ancora oggi costellata da una infinità di problemi irrisolti.
E ,a dirla tutta e vera, neanche di facile risoluzione a breve tempo.
La globalizzazione dell'economia con cui fare i conti e le bizze dei mercati finanziari mondiali non hanno risparmiato neppure l' Africa e, quindi, anche il Tanzania.
Infrastrutture carenti (acqua-viabilità-elettricità), questione agraria irrisolta in un Paese dove i più lavorano sopratutto la terra, sanità deficitaria, istruzione dai costi troppo elevati, sperequazioni nelle contribuzioni di salari e di stipendi, mancanza di lavoro certo in particolare nelle aree povere.
Per tacere poi dei problemi giuridico-etnici (Masai, ad esempio) nonché religiosi (cristianesimo,islam e credenze tradizionali) di natura strettamente contestuale.
Le prossime elezioni dovrebbero portare ad una governabilità in grado di migliorare le condizioni dei più.
Questo almeno è nelle aspettative di coloro che si recano alle urne.
Ma vinca chi vinca, vincesse pure il migliore, non è detto che così sarà.
Lo riferisce a me un testimone attendibile, che ha la possibilità, per ragioni di lavoro, d'essere a contatto giornalmente con la gente comune.
Serpeggia un discreto malessere tra le persone - egli mi dice -che ambirebbero semmai da tempo a una vita dignitosa, esente per quanto possibile da precarietà.
In poche parole le famiglie vorrebbero poter garantire un avvenire ai propri figli tra frequenza regolare della scuola prima e lavoro sicuro poi.
Gli anziani, come ugualmente i disabili dalla nascita, dovrebbero(come domandano i loro familiari) poter usufruire di cure adeguate alle proprie condizioni fisiche e ,sopratutto, rapportabili alle proprie tasche.
Resta gravissimo, inoltre, il problema della sieropositività sopratutto tra i giovani, che in parte (ma è una goccia nel mare) è preso in carico dalle organizzazioni non governative(Ong) locali e no.
Ebbene il malcontento misto a sfiducia per chi si deve recare domenica alle urne è dato - sottolinea il testimone- dal cancro della corruzione, che oggi non risparmia nemmeno il Paese dell'Ujamaa.
Il potere politico allora, che intende assolutamente conservare i propri privilegi (non importa quale sia l'etichetta di partito), ha preso nella circostanza le sue misure preventive e cautelative.
Controlli di polizia dovranno impedire ,domenica prossima, ai votanti di avvicinarsi troppo ai seggi.
La distanza obbligatoria da rispettare è addirittura per tutti e per ciascuno di 200 metri dall'ingresso di ogni seggio.
Si avverte poi sempre la cittadinanza (radio-tv-manifesti- giornali) che subito dopo, a operazione compiuta, è opportuno fare rientro immediato alla propria abitazione.
Interessante ancora sarà quello di sapere, ad esempio, se ai giornalisti occidentali, specie ai free-lance, sarà concesso dalle autorità l'accreditamento per seguire da vicino le elezioni nelle molteplici dinamiche delle differenti realtà.
E cioè dalla capitale Dodoma alle grandi e popolose città come Dar es Salaam, Morogoro, Iringa,Arusha fino ai piccoli e lontani villaggi rurali.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)