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Elezioni nel Regno Unito e mercati: attesa volatilità su Forex e Indici

Da Investireoggisicuro

Elezioni nel Regno Unito e mercati: attesa volatilità su Forex e Indici

Tassi di disoccupazione tornati ai livelli del 2008 e rapporto debito/Pil raddoppiato: è stata senza dubbio l’economia la regina incontrastata della campagna elettorale britannica. E per la prima volta dal secondo dopoguerra, i sondaggi lasciano intuire che né Tories né laburisti conquisteranno la maggioranza assoluta dei seggi, aprendo la strada a una coalizione di governo. Si sa che i mercati amano la stabilità quindi è opportuno analizzare quali possano essere le ripercussioni finanziarie qualora gli elettori inglesi non dovessero assegnare una chiara maggioranza. I sondaggi vedono i partiti tradizionali piuttosto appaiati, con le intenzioni di voto comprese in una forbice tra il 30 e il 35%. Per governare, dunque, Conservatori e Laburisti dovranno siglare un accordo programmatico con uno dei partiti minori. Tra questi ultimi, dovrebbe giocare la parte del leone il movimento anti-europeista dell’Ukip, ma anche lo Scottish National Party spera d’ingrossare le fila dei suoi rappresentanti a Westminster. 

È lecito attendersi che l’incertezza elettorale si trasmetta agli indici azionari britannici. La diversa composizione geografica dei ricavi delle società che compongono FTSE100 e FTSE250 offre una buona chiave di lettura. La sterlina debole potrebbe favorire l’export delle aziende maggiori e quindi migliorare la performance del FTSE100. Su questo indice, l’effetto del cambio favorevole potrebbe compensare i cali dovuti all’incertezza elettorale. La discesa dovrebbe fermarsi ai minimi di marzo, in area 6.700 punti, per poi risalire a quota 7.500 nel lungo periodo. L’ipotesi che i Conservatori si alleino con l’Ukip, però, rende credibile la possibilità di un’uscita dell’UK dall’Unione Europea. In questo caso, il FTSE100 potrebbe crollare ai minimi degli ultimi due anni, intorno ai 6.000 punti.

Elezioni nel Regno Unito e mercati: attesa volatilità su Forex e Indici

Per quanto riguarda l’aspetto valutario, invece, molto dipende dalle scelte della Bank of England, che non dovrebbe procedere a un rialzo dei tassi prima del 2016. Il governatore Mark Carney potrebbe comunque attendere che la FED faccia il primo passo e questa prospettiva indebolirebbe la sterlina rispetto al dollaro USA. L’impatto provocato da un Parlamento sospeso (‘HungParliament’) si sentirebbe invece nel lungo periodo. Le pressioni ribassiste ricondurrebbero la volatilità ai livelli del 2010. I deludenti dati macro USA potrebbero, invece, limitare il deprezzamento della sterlina, ma se la FED decidesse di rialzare i tassi ci sarebbe spazio per un recupero del dollaro, proiettando il cambio verso 1,40.


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