Certo, se lo avesse saputo per tempo o se qualche suo fido scudiero lo avesse messo sul chi vive, Pierferdy, non avrebbe zavorrato con tanta disinvoltura la sua Unione di Centro con due pesi morti della stazza di Francesco Rutelli (bruciato dal caso Lusi!) e di Gianfranco Fini (afflitto da insoliti problemi immobiliari: la strana eredità della casa di Montecarlo e lo sfratto dalla Casa delle Libertà!). Non poteva sapere il leader dell’Udc di imbarcare un Rutelli spento dallo scandalo dei finanziamenti pubblici ai partiti e praticamente impresentabile alle prossime elezioni! Quella che l’ex sindaco di Roma ha portato a Casini è una Margherita sfiorita, appassita senza neanche più un petalo! E poi l’altra “sola”: Gianfranco Fini, che dopo il divorzio da Berlusconi, è convolato in seconde nozze con il leader dell'Udc portandogli in dote uno striminzito 1,8% di consensi! Insomma l’ex delfino di Almirante, oggi nutre ottime chance per diventare il tonno di Casini. "Fli" è in caduta libera e, stando alle intenzioni di voto degli italiani, piace meno di "La Destra". Tanto che se si andasse a votare il partito di Fini prenderebbe appena l'1,8%, meno del suo ex camerata Storace leader di "La Destra" che invece ha raggiunto il 2%. Un crollo clamoroso secondo il sondaggio realizzato dal TgLa7. Gianfranco Fini, insomma, convince sempre meno e trascina nella sua scia negativa anche il suo compagno Pier Ferdinando Casini che perde lo 0,6% per cento e scende al 6,2%. Bene invece Pdl e Pd. Il Pdl recupera lo 0,7% e raggiunge il 20,3, mentre il Partito democratico guadagna lo 0,6 e si conferma primo partito al 27,9%. Perde quasi mezzo punto l'Italia dei Valori che passa dal 7,9 al 7,5% e cala anche il MoVimento5Stelle di Beppe Grillo che cala dello 0,3% e si ferma al 16,1%. In questa settimana, segnata dalle voci sempre più insistenti di elezioni anticipate, crescono quindi i due principali partiti e calano - seppure di poco - l'astensionismo e gli indecisi (rispettivamente al 32 e al 18%) mentre guadagna un punto la fiducia nel governo Monti che torna, dopo quindici giorni, al 43%.
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Certo, se lo avesse saputo per tempo o se qualche suo fido scudiero lo avesse messo sul chi vive, Pierferdy, non avrebbe zavorrato con tanta disinvoltura la sua Unione di Centro con due pesi morti della stazza di Francesco Rutelli (bruciato dal caso Lusi!) e di Gianfranco Fini (afflitto da insoliti problemi immobiliari: la strana eredità della casa di Montecarlo e lo sfratto dalla Casa delle Libertà!). Non poteva sapere il leader dell’Udc di imbarcare un Rutelli spento dallo scandalo dei finanziamenti pubblici ai partiti e praticamente impresentabile alle prossime elezioni! Quella che l’ex sindaco di Roma ha portato a Casini è una Margherita sfiorita, appassita senza neanche più un petalo! E poi l’altra “sola”: Gianfranco Fini, che dopo il divorzio da Berlusconi, è convolato in seconde nozze con il leader dell'Udc portandogli in dote uno striminzito 1,8% di consensi! Insomma l’ex delfino di Almirante, oggi nutre ottime chance per diventare il tonno di Casini. "Fli" è in caduta libera e, stando alle intenzioni di voto degli italiani, piace meno di "La Destra". Tanto che se si andasse a votare il partito di Fini prenderebbe appena l'1,8%, meno del suo ex camerata Storace leader di "La Destra" che invece ha raggiunto il 2%. Un crollo clamoroso secondo il sondaggio realizzato dal TgLa7. Gianfranco Fini, insomma, convince sempre meno e trascina nella sua scia negativa anche il suo compagno Pier Ferdinando Casini che perde lo 0,6% per cento e scende al 6,2%. Bene invece Pdl e Pd. Il Pdl recupera lo 0,7% e raggiunge il 20,3, mentre il Partito democratico guadagna lo 0,6 e si conferma primo partito al 27,9%. Perde quasi mezzo punto l'Italia dei Valori che passa dal 7,9 al 7,5% e cala anche il MoVimento5Stelle di Beppe Grillo che cala dello 0,3% e si ferma al 16,1%. In questa settimana, segnata dalle voci sempre più insistenti di elezioni anticipate, crescono quindi i due principali partiti e calano - seppure di poco - l'astensionismo e gli indecisi (rispettivamente al 32 e al 18%) mentre guadagna un punto la fiducia nel governo Monti che torna, dopo quindici giorni, al 43%.
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