Donatella Porzi
Breve conversazione con Donatella Porzi, candidata alle Regionali nella lista Pd.
di Francesco La Rosa
Donatella, sei candidata nelle liste del pd proviamo a far sapere agli elettori qualcosa di te?
Sono nata a Perugia il 27 marzo 1966. Coniugata con Luciano Angelucci, ho due figli: Andrea di 25 anni e Matteo di 20 anni. Ho compiuto studi classici ad Assisi e nel 1990 mi sono diplomata all’Isef di Perugia col massimo dei voti, acquisendo abilitazioni in due classi di concorso e la specializzazione alla quale tengo più di tutte, quella Siss per il sostegno. Dal 2007 sono stata immessa in ruolo per l’insegnamento del sostegno.
Ma hai svolto anche attività politica…
Si vero, ho svolto attività amministrativa, come assessore nel Comune di Cannara e, soprattutto, dal 2009 al 2014, come assessore alle politiche culturali, sociali, giovanili, europee, della legalità e delle pari opportunità della Provincia di Perugia.
Questa esperienza amministrativa in cosa ti ha arricchito come persona e come politica?
Le esperienze fatte nell’insegnamento, nel mondo dello sport e in quello della politica, nel campo sociale e in quello culturale, mi hanno dato una conoscenza dell’Umbria, dei suoi problemi e delle sue risorse, che ho la ferma intenzione di tradurre in un mandato amministrativo regionale tutto orientato nel segno dei valori, anche spirituali, della comunità locale, della proiezione sul futuro della nostra Regione, della ricerca dei nuovi confini del nostro territorio.
C’è qualcosa che hai fatto in politica che ti rende particolarmente fiera?
Mi rende fiera il fatto di essermi spesa per quei progetti che hanno toccato il sociale e la formazione, magari in termoini elettorali rendono poco però io l’ho fatto lo stesso con tanta passione.
Pensi che una volta eletta puoi portare avanti questi progetti?
Non si può interpretare diversamente la legislatura che ci attende; occorre, per i prossimi cinque anni, un dinamismo eccezionale della classe politica, una lettura integrale e unitaria del territorio regionale, un coordinamento “alla pari” dei piccoli e dei grandi Comuni. Soprattutto, il mandato deve essere svolto più sul territorio che dentro Palazzo Cesaroni, utilizzando gli strumenti della politica nazionale e dell’integrazione europea come radici da innestare nelle piante vive della nostra Umbria in termini di servizi e con spirito di servizio.