Elezioni: torna il comizio ma in versione social

Creato il 21 febbraio 2013 da Afrodite
Toh, chi si rivede, il comizio! Considerato ormai defunto, un "medium" obsoleto che ci riporta agli anni Cinquanta quando in Italia si sfidavano personaggi oggi ritenuti "out" come Peppone e don Camillo (alias Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana), il discorso in piazza è risorto in questa campagna elettorale che tutti si aspettavano televisiva ma soprattutto "social".
Ma, se ci si pensa bene, comizi e social network non sono poi così distanti.
Si tratta in entrambi i casi di piazze, anche se l'una reale e l'altra virtuale. E, a differenza del mezzo televisivo, entrambi presuppongono una partecipazione attiva da parte degli spettatori/utenti.
Che differenza c'è infatti tra il "like" di Facebook o il retweet di Twitter e l'applauso che sottolinea i passaggi più "caldi" di un discorso davanti a un assembramento in un luogo pubblico?
Che differenza c'è tra lo stare in Rete a leggere slogan e invettive, e lo stare in piazza ad ascoltare slogan e invettive?
Non a caso chi ha utilizzato di più il comizio come strumento di propaganda elettorale è stato il dirigente del M5S Beppe Grillo, che è anche il leader che da più tempo e in modo più massiccio utilizza la Rete per diffondere le proprie idee e fare proseliti.
I due mezzi, poi, oltre che assimilabili per i motivi già espressi, sono anche complementari: quando si partecipa a un evento di piazza diventa quasi inevitabile postare sui social network foto e commenti in tempo reale.
Niente di nuovo, quindi, nel ritorno all'antico, ma bensì un uso strumentale e sapiente di mezzi solo apparentemente molto distanti tra di loro.

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