"Si apre con violenza la porta della stalla e urta contro la parete esterna. Elia esce, rastrello in una mano e stivali di gomma inzuppati di letame. Sputa a terra. Per qualche istante rimane fermo, a testa china e denti stretti. La colazione gioca nel suo stomaco. Nella bocca, un sapore acido.
"Vaffanculo" sibila, mette un braccio intorno al ventre e, travolto dalla nausea, vomita."
presenti ne "Le ultime luci della sera" è Uno dei personaggi più complessi e stratificati Elia Santini. Il suo passato pesa su di lui come un macigno e lo divora giorno dopo giorno, consumandolo di rabbia e dolore. Le cicatrici presenti sul suo corpo gli ricordano chi era e chi è diventato, cosa ha dovuto sopportare, chi non potrà mai essere. La discrepanza tra il se stesso bambino e il se stesso adulto è netta ed emerge con forza nelle digressioni, uno sguardo sugli eventi più importanti che hanno segnato la sua intera esistenza. Ciò che si è vissuto nell'infanzia, influisce, senza rimedio, su chi si sarà da adulti.