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Elio Vittorini, “Uomini e no”

Da Silvy56

Elio Vittorini, “Uomini e no” “Io so che cosa vuol dire un uomo senza una donna, credere in una, essere di una, eppure non averla, passare anche anni senza che tu sia un uomo con una donna, e allora prenderne una che non è la tua ed ecco avere, in una camera d’albergo avere, invece dell’amore, il suo deserto. Questo, tra i deserti, è il più squallido; non di una vita che manca, ma di una vita che non è tale. Avevi sete, e tu puoi bere; l’acqua c’è. Avevi fame, e puoi mangiare; il pane c’è. C’è la fonte, e i palmizi intorno, simile a quello che cercavi. Ma è solo simile alla cosa, non è la cosa. Che volevi? io mi dico. Mangio, ed è terra che mangio, non pane. Bevo, ed è terra che bevo. Rimango chino sul letto che ho davanti; e una volta non mi spogliai nemmeno; fumai tutto il tempo, appoggiato alla spalliera, dinanzi a quel deserto. L’uomo ricorda la sua sete. Oh, sete! io penso. Mi sono dissetato, ma ho sete ancora; io non ho che sporcato la mia sete. E chino sul letto bevo; penso che sono umile in questo, penso che sono inginocchiato; ma so che la mia ferocia era la mia purezza. Perché ho avuto pietà di me stesso? Quest’umiltà non salva un uomo. Egli non ha con sé nessuno. Egli è in ginocchio non nell’amore, ma nel suo deserto.”

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