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Elisa al teatro Arcimboldi di Milano, per l’Ivy Tour

Creato il 27 aprile 2011 da Stregonestregato @ppstronzi

Io ed Elisa siamo un po’ come le coppie separate in casa, forse con più amore. Non andiamo più molto d’accordo da un tot. di anni e non condivido alcune sue scelte: però non riesco a non interessarmene, a non incuriosirmene e a non amarla segretamente, con tanto odio e rabbia. Questo perché Elisa era una delle artiste che più amavo prima che si trasformasse nella copia alternativa e disadattata di Cristina D’avena. E’ ovvio che abbia seguito una strategia commerciale ben mirata per allargare il proprio pubblico: non a caso i suoi singoli da me più odiati (Gli ostacoli del culo…ehm, del cuore, e ti vorrei sollevare) siano quelli che l’hanno avvicinata a un target ben diverso da quello che la seguiva prima. Un pubblico che non riesce però ad abbandonarla perché poi comunque sforna album come Heart (con le sonorità di Pipes & Flowers) oppure come Ivy (sulla falsa riga di Lotus) che fanno breccia nel cuore di chi l’amava prima. Però sentirla cantare versi di una banalità imbarazzante ti mette troppo di malumore e ti viene voglia di prendere tutti i suoi cd e spaccarli uno a uno. O almeno a me succede così.

elisa

Per i suddetti motivi, dunque, ieri sera sono andato a sentirla al Teatro Arcimboldi, dopo 6 anni che snobbavo i suoi live: la mia era più curiosità, volevo vedere se, effettivamente, la vecchia Elisa (secondo me, la vera) era ancora in vita, dietro a quelle quintalate di zucchero e  diabete di cui si è cosparsa negli ultimi anni.

Il concerto di Ivy ha una scaletta molto interessante, con brani che ripercorrono quasi tutta la sua carriera e questo non poteva che farmi piacere. Il mio giudizio è stato abbastanza positivo: Elisa dal vivo è formidabile Impeccabili le sue esecuzioni, e la voce, oh la voce, ti arriva diritto nell’animo, con diverse intensità, calda, avvolgente, sussurrata, forte, passionale, limpida. Il concerto, nella prima metà ha un po’ sofferto dall’immobilità statica della Toffoli che è rimasta praticamente tutto il tempo seduta: in realtà, non ci sarebbe niente di male se non per il fatto che si dimenava come una pazza tarantolata solo con la parte superiore del busto, con gesti inconsulti e fuori logica, restituendo esibizioni a volte un po’ paradossali.

Quando finalmente ha deciso di alzare quelle chiappe, il concerto è cambiato completamente: Elisa, avvolta in un abito lungo di Marras, saltava come la peggiore delle punkabbestie, accendendo il pubblico come poche artiste. E’ questa l’Elisa che sinceramente amo: quella che quando canta si rinchiude in un mondo tutto suo, fatto di espressioni assurde, carica ed interpretazione assolutamente sublimi; non che non renda nelle canzoni lente: Almeno tu nell’universo, Rock Your Soul e Stranger sono state davvero da togliere il fiato, per non parlare di perle come Chameleon, Time (assolutamente fantastica) e Cure me che mi hanno gasato ogni oltre limite. Però poi, allo stesso tempo, vederla cantare come una pazza versi come: “vorrei viaggiare su ali di carta con te” o “c’è un principio di magia tra gli ostacoli del cuore” era a dir poco agghiacciante. Non ho avuto il coraggio di applaudirla in quelle esibizioni, perché davvero, detesto che si sia ridotta a creare marchette del genere: le cantava impegnandosi e dimenandosi come aveva cantato poco prima i suoi capolavori, ma il risultato era parecchio ridicolo.

 
Io sono convinto che la colpa sia in buona parte di Caterina Caselli, così a pelle. Tra l’altro quella vegliarda era due file dietro la mia e ho dovuto trattenere a forza il mio ragazzo che voleva schiaffeggiarla per quello che aveva fatto a Giuni Russo anni fa! La cosa che più mi ha lasciato di sasso però è stato il pubblico di Elisa, assolutamente fuori di testa! Tutti a urlare, a esagitarsi, a lanciare grida isteriche, manco fossimo al concerto di Madonna o di Lady Gaga. Un pubblico molto meno gay di quanto ricordassi (anche se la presenza frocia si sentiva benissimo).

Piccola parentesi: sono finito seduto vicino al giornalista e conduttore di Tv Talk, Massimo Bernardini. Abbiamo cominciato un’interessantissima chiacchierata sulla situazione della televisione, della politica, dei media, del lavoro. Quasi quasi non volevo che il concerto iniziasse per non terminare quella discussione: tra l’altro è stato curiosissimo questo scambio di battute che abbiamo avuto:

- MB: I fans di Elisa sono un po’ esagerati (riferendosi alle continue follie urlate manco ci fosse Gesù Cristo sul palco)

- Stregone: Eh, perché non è mai stato ad un concerto di Madonna.

- MB: questo lo dice lei. Sono stato al Wembley Stadium negli anni ’80 per il Who’s that Girl Tour.

A quel punto mi sono inchinato, commosso.


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