Solo stamattina ho avuto notizia della prematura scomparsa di Elisabetta Pierazzo, Senior Scientist presso il Planetary Science Institute di Tucson, Arizona proprio dal fratello che, qualche anno fa, mi aveva messa in contatto con lei. Mi era subito colpito il grande entusiasmo, la grande allegria, il suo ottimismo, il modo con cui affrontava la vita. E nei suoi ultimi sei mesi di vita ha dato prova di questa sua bellezza interiore.
Esperta nel modellare impatti in tutto il sistema solare, Elisabetta si è occupata anche di astrobiologia ed effetti ambientali di impatti sulla Terra e su Marte. Il suo lavoro spaziava dalle intuizioni dettagliate sull’impatto di Chicxulub, che ha causato l’estinzione dei dinosauri, al ricavare dei vincoli nello spessore della crosta ghiacciata del satellite di Giove, Europa. Oltre a questo, si era occupata anche dello sviluppo della vita esplorando il trasporto di sostanze organiche da parte delle comete sui pianeti e su Europa, e allo studio della creazione di sistemi idro-termici sotterranei formatesi a causa di urti che possono aver creato siti favorevoli per la vita sul pianeta Marte.
Una delle sue più grandi ricerche era quella dedicata al Meteor Crater in Arizona facendo diverse apparizioni in trasmissioni nazionali e internazionali, tra cui National Geographic, spiegando la formazione di questa ben nota struttura.
Elisabetta era una mente aperta, geniale, rigorosa e sistematica nel suo approccio alla scienza. Ha riconosciuto la necessità per il confronto e la validità numerica di diversi codici complessi per modellare gli impatti ed i crateri da esplosione, organizzando e dirigendo uno sforzo della comunità per realizzare questo importante compito.
Elisabetta si trasferì negli Stati Uniti nel 1989 e l’anno successivo frequento’ la scuola di specializzazione presso il Department of Planetary Sciences dell’Università dell’Arizona. Ben lieta di lavorare in America, aprì la sua casa e la vita a tutti i suoi amici e conoscenti. Ricevette il PhD nel 1997. La qualità del suo lavoro è stata riconosciuta dall’Università dell’Arizona con il Premio “P. Gerard Kuiper Memorial Award”. Elisabetta continuò a studiare all’Università dell”Arizona come Research Associate (Ricercatore Associato), e nel 2002 passò al Planetary Science Institute come Research Scientist. E ‘stata promossa a Senior Scientist nel 2007.
Negli ultimi sei mesi, Elisabetta ha combattuto una rara forma di cancro. Non ha mai voluto lasciarsi sopraffare dalla malattia, ha reagito e la sua mente era sempre rivolta al futuro. Nell’ultima settimana della sua vita, così si legge nel Memorial lasciato dal suo staff, nel mezzo del trattamento chemioterapico, correggeva i compiti della sua classe, lavorava su vari articoli di ricerca, scriveva recensioni e preparava nuove proposte di lavoro di tipo educativo con i suoi colleghi, pur sempre trovando il tempo per trascorrere momenti preziosi con la sua famiglia e gli amici. Improvvisamente e’ stata colpita da una embolia polmonare.
Elisabetta, una meteora che ha illuminato il cielo della scienza e della nostra vita. Rimarrai sempre nei nostri cuori.
Il nostro cordoglio va a tutta la sua famiglia.
Memoriale per Elisabetta al Planetary Science Institute: http://www.psi.edu/memorial/betty_it.html in italiano;
La sua pagina: http://www.psi.edu/~betty/
Sito web del Planetary Science Institute: http://www.psi.edu/
Altre pagine dedicate a lei:
La sua pagina di vita personale: http://www.psi.edu/about/staff/betty/Personal.html
http://www.psi.edu/about/staff/betty/betty.html
Sabrina