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Elise Marianne Stewart: la sacerdotessa della parola

Creato il 08 dicembre 2012 da Wsf

Elise Marianne Stewart: la sacerdotessa della parola

Elise Marianne Stewart compone versi minimali, semplici, senza pretese di forma o di particolare sintassi. Il suo unico vezzo direi, è usare alcuni verbi in forma arcaica che donano ai suoi testi una interessante risonanza nella sua lingua d’origine e che inquadrano le sue parole in una forma geometrica dai lati uguali e precisi. Apparentemente le sue poesie si stendono piane e senza picchi emozionali, stese come lenzuola bianche su uno scenario romantico-metafisico privo di orpelli scenografici. Il suo scopo è trascinarsi lentamente verso un Oltre mai definito, esprimendo di quando in quando dubbi esistenziali traslati in percorsi iniziatici evidenti. L’amore, la morte, la vita eterna, il bene e il male si susseguono insieme alle domande incessanti fino ad ottenere risposte pigre e rassegnate, come non risolte, durante il peregrinare di un lungo viaggio esistenziale faticoso che l’autrice lascia intendere non vorrebbe intraprendere in solitudine, ma con un’anima e una Musa affini, comprensive della sua umana condizione. Dicembre, mese spirituale per eccellenza, mi ha ispirata nel proporvi i lavori di questa artista multimediale. I suoi video sono suggestivi e claustrofobici, carichi di atmosfere gotiche e oscure, accompagnati dalla sua voce profonda, dalla musica che trasporta in una sacralità distraente, scevra delle convenzioni più comuni. Recita vere e proprie litanie sacre, riti iniziatici personali che avvolgono l’ascolto in un’aura di speciale sensazione. Enjoy.

Yet wilder

Shalt thou remember me?
Shalt we walk the eternity
of our dreams?
Is it not the truth that we have
sought the same redemption?
Is it not the given hand of light
that binds our souls?

*

You do not wish to call me.
You do not wish to see the
veil that lay between us.
I am seclusion’s glove;
the mist within your eyes;
the voice of your silence.
We are bound,
not through flesh – yet wilder,
through the celestial prophecy
of Sacred voyage.
I cannot leave without you.

Ancora più selvaggiamente

Ti ricorderai di me?
Cammineremo l’eternità
dei nostri sogni?
Non è vero che abbiamo
cercato la stessa redenzione?
Non è la mano di luce data
che lega le nostre anime?

*

Non vuoi chiamarmi a te
Non vuoi vedere il velo
che si posa fra noi.
Sono guanto di clausura;
foschia nei tuoi occhi;
la voce del tuo silenzio.
Siamo legati,
non attraverso la carne – ma più selvaggiamente,
attraverso la celestiale profezia
del Sacro viaggio.
Non posso partire senza te.


Psalm

I come undone,
a sigh, a release
Content to touch
the white flesh
of your palm-
See the lines
here and there
curve to route’s
un-fated hand.
I come to you
with angels;
You choke
the voice that
longs to sing.
Do you not see
the winding thread
of wings
unfold within
your palm?
Hunger
Slave
to your craving mouth
these words devoured
sink into your
hungered soul.
Disperse
their silenced hymns
to your yearning
depths.
Until
all sanctum of my
earthly plight
is sacrificed.
Until
all words
are yours.


Salmo

Vado in pezzi,
un sospiro, una liberazione
M’accontento di toccare
la carne bianca
del tuo palmo-
Vedere le linee
qua e là
curvare al percorso
della mano non predestinata.
Giungo a te
con gli angeli;
Hai soffocato
la voce
che perdura nel canto.
Proprio non vedi
il tortuoso filo
d’ali
disteso nel
tuo palmo?
Affamata
Schiava
della tua bocca bramosa
che queste parole divora
affondate
nella tua anima ardente.
Dispersi
i loro inni silenti
nelle tue profondità.
Fino a che
tutto il  sacro luogo
della mia condizione terrena
sia sacrificato.
Fino a che
tutte le parole
siano tue.


Pledge

I pledge this soul,
to thee, Sacred Scribe
of my worldly birth,
arisen from the shrine of prose,
this mouth, these lips, these
words proclaimed.
For thou, hast given so unselfishly.
Thou, whose honour shall not deter
of everlasting love.
Nor, blessed voice forsaken,
from the prophecy of truth

 

Promessa

Prometto quest’anima,
a  te, Sacro Scriba
della mia nascita terrena,
generata dal santuario della prosa,
questa bocca, queste labbra, queste
parole proclamate.
Perché tu, hai donato
così generosamente.
Tu, il cui onore non dissuaderà
l’amore eterno.
Nè  sarà la voce benedetta abbandonata,
dalla profezia della verità

Sacred Realm 2

 

Sacred Realm

opiumvalentines

Elise Stewart è una poetessa inglese, fondatrice e redattrice della rivista di Poesia Internazionale Decanto. Il suo lavoro è stato pubblicato in diverse riviste di settore e antologie sia in Inghilterra che all’estero. Ha scritto molte raccolte poetiche fra cui “For All Eternity’, ‘The Last Lament’, ‘Paradise’, ‘Opium Valentines’ and ‘Sacred Realm’. Attualmente sta lavorando ad una nuova raccolta.

La sua video collaborazione con il poeta americano Gregory Vincent St. Thomasino è stata recentemente accettata al Southbank Centre London.

Il suo sito : http://elisepoetry.webs.com/

Il sito di Decanto: http://myweb.tiscali.co.uk/masquepublishing/books.html#nogo

La sua Pagina di Poesia su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Poetry-by-Elise/302359595010?ref=ts&fref=ts#

Elise is a UK poet, and the founder and editor of International poetry magazine Decanto. Her work has been included in various magazines and anthologies both in the UK and Internationally. Elise has written many collections of poetry, including ‘For All Eternity’, ‘The Last Lament’, ‘Paradise’, ‘Opium Valentines’ and ‘Sacred Realm’. She is currently working on a new collection. Her collections have been widely reviewed. She has also been featured and interviewed in various magazines and ezines, both in the UK and abroad. Her poetry video collaboration  ‘Conceptus’ with American poet Gregory Vincent St. Thomasino, has recently been accepted by the Southbank Centre London.

(Traduzioni di Federica Galetto)


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