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Con Roberta nel fine settimana abbiamo recuperato il divvuddì di "Alice in wonderland" di Tim Burton e siamo andati al cinema a vedere "diciotto anni dopo" opera prima di Edoardo Leo, con l'Impacciatore, Leo, Ferzetti e Bonini.
L'Alice in 3D è noiosetto, non particolarmente emozionante ed è solo l'ennesimo baraccone ipercolorato con scene asservite solo al tridimensionale (in sala) e al gigioneggiamento straboccante e alla lunga stucchevole di Johnny Depp.
Guardando gli extra si vedono le scene mentre venivano girate: che tristezza vedere gli attori recitare in mezzo al nulla, a scenografie verdi che in postproduzione diventeranno scenari e sfondi fantastici.
Invece "diciotto anni dopo" è gradevole anche se, temo, passerà inosservato visto il periodo pressochè estivo, mentre meriterebbe un pò più d'attenzione.
Certo, non è un capolavoro anzi potremmo dire che è il solito road movie all'amatriciana, però ci sono battute simpatiche e gli attori sono calzanti nelle parti.
Però mentre lo guardavo mi venivano in mente gli ultimi film italiani, alcuni anche di successo ... chessò, l'ultimo di Virzì con la Ramazzotti, quello di Germano (che c'ha vinto pure a Cannes), quello che Favino e la Rorwacher fanno gli amanti, o quello di Veronesi con Silvio Orlando, la Buy e la Litizzetto.
Insomma i film medi italiani, che andiamo a vedere, ci piacciono, ne parliamo in pizzeria, ci rassicurano perchè siamo noi visti con i nostri stessi occhi (e quindi benevoli).
Alla fine che ci rimane di 'sti film? Vi ricordate i titoli, gli attori e le loro parti, battute o scene folgoranti? No, vero, perchè sono tutti uguali, tutti belli e pronti per il passaggio televisivo, però sciatti, ripetitivi, una sorta di nenia logorante che non sa far altro che guardarsi allo specchio o parlarsi addosso.
Poi ci chiediamo perchè all'estero non sfondano? Ma perchè a voi fregherebbe qualcosa di un film che parlasse di come vive un professore universitario parigino, o dei conflitti familiari di un operaio spagnolo che vive in un palazzo alla periferia di Valladolid?
Sicuramente anche negli altri paesi faranno questi film ma escono anche capolavori come quelli di Inarritu e la sua trilogia sulla morte (amores perros, 21 grammi e babel), o i film di Sam Mendes.
Negli anni novanta, un grande regista come Kieslowski, creò la trilogia Film bianco, rosso e blu, legata ai tre colori della bandiera francese ed al motto "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza".
Quindi un film (volendolo considerare come un corpo unico) su valori assoluti, riconosciuti e riconoscibili in tutto il mondo.
Da noi, dopo Fellini ed Antonioni - gli unici che hanno usato il cinema per portare avanti un discorso, diciamo così, universale - ed uno sprazzo interessante con il progetto "La meglio gioventù" di Giordana, il nulla, una media mediocrità borghese, ministeriale, sufficiente per incontrarsi alle feste modaiole nei caffè e ristorantini, salutarsi con un cenno e dirsi cose tipo
- che stai affà?
- magniente, sto affàufirm cò Paolo, mò dovremmo buttà ggiù 'na cosa cò Nanni, poi c'è 'na mezzidea cò Sandro 'pè fa 'na cosetta cò Pierfrancesco, Margherita e Lusciana ....
Certo, capisco che sia sempre meglio fà l'attore o il regista piuttosto che arzasse la mattina alle sei pè annà a lavorà, però eddaje e dateve 'na svejata e fate qualcosa di vivo, di vero, di nuovo !!!
EM SI
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