“Tu non sei un prodotto“: recita così lo slogan di Ello, il neonato social network che da giorni sta conquistando l’attenzione mediatica. E’ stato definito da molti l’anti-facebook, forse per la crescita esponenziale del suo bacino d’utenza e l’etica nettamente in contrasto con il social network di Zuckerberg.
Cerchiamo di analizzare nel dettaglio questo nuovo anti-facebook. Innanzitutto, Ello è stato fondato nel 2013 da Paul Budnitz, Berger&Fohr e Mode Set. Il logo si presenta come un semplice smile su sfondo nero, senza occhi e con una grafica davvero minimale.
L’aspetto che colpisce di Ello è che il social network è ancora in versione beta e ci si può registrare soltanto tramite invito o una richiesta esplicita alla piattaforma; nonostante ciò gli utenti crescono a vista d’occhio, con 30mila richieste di iscrizione all’ora!
A cosa è dovuto, allora, questo interesse verso un social network ancora in versione beta?
La risposta può essere parzialmente recuperata leggendo il “manifesto” dei fondatori di Ello: “Il tuo social network è di proprietà degli inserzionisti. Ogni post che condividi, ogni amicizia che instauri e ogni link che segui è tracciato e convertito in dati. Gli inserzionisti comprano i tuoi dati in modo da potermi mostrare più pubblicità. Tu sei il prodotto che viene comprato e venduto. Noi crediamo che ci sia un modo migliore. Crediamo nell’audacia. Crediamo nella bellezza, nella semplicità e nella trasparenza. Crediamo che la gente fa cose e la gente che le usa dovrebbe collaborare. Crediamo che un social network possa essere uno strumento per la responsabilizzazione. Non uno strumento per ingannare, forzare e manipolare, ma un posto per connettersi, creare e celebrare la vita. Tu non sei un prodotto”.
I fondatori di Ello, quindi, sfidano Facebook e gli altri social network, proponendo una piattaforma che supera il sistema tradizionale di networking.
Ello, infatti, promette l’istituzione di severe misure per la privacy e per la tutela degli utenti, oltre a una dura battaglia contro i troll e i post d’odio.
Potrebbe trattarsi di una strategia davvero vincente, soprattutto dopo lo scandalo di Facebook, che ha effettuato degli studi sui propri iscritti senza il loro esplicito consenso. Per non parlare poi dell’introduzione della Legal Name Policy (una politica per cui non è possibile utilizzare nomi fittizi su Facebook), a causa della quale molti transessuali si sono visti chiudere i propri profili con i loro nomi d’arte. Tutto ciò ha sollevato un polverone di polemiche, facendo perdere terreno a Zuckerberg, ma favorendo i fondatori di Ello. Basti leggere la dichiarazione di Paul Budnitz per prevedere il futuro di Ello: “Non devi usare il tuo vero nome su Ello.Noi incoraggiamo le persone a essere chi vogliono essere”.
Infine, punto importantissimo e interessante, Ello non ha pubblicità al suo interno: quindi, niente inserzioni e annunci “tagliati su misura”. Il claim, infatti, recita: “Semplice, bellissimo e senza pubblicità”.
Per ora non è ancora chiaro come faranno i fondatori di Ello a guadagnare e coprire le spese della piattaforma social. Nel frattempo, non ci resta che attendere per capire il destino di Ello.
Secondo voi, riuscirà il nuovo anti-facebook a battere il famoso social network di Zuckerberg?
Autore: Kafiye UcarSocial Media Marketing & Web Assistant