Elogio del Dr. House
Creato il 06 luglio 2012 da Alessandraz
@RedazioneDiario
Pubblicato da
Sara Guglielminetti
Dopo 177
episodi e 8 serie, ecco il nostro addio a Dr.
House – Medical Division
Elogio del Dr. House
(con spoiler!)
Il Dr. House è uno
stronzo, non ci sono
dubbi. Lo dice anche il Dr. Wilson (Robert Sean Leonard), il suo migliore
amico, durante il suo elogio funebre. House è lontano anni luce dall’immagine
del medico buono e compassionevole che ci arriva da altri medical dramas: non ha niente a che fare con lo storico Dr. Kildare (Richard Chamberlain) nella serie omonima o con il pediatra Dr. Doug Ross (George Clooney prima di diventare una star) di E.R. – Medici in
prima linea o con il Dr. Derek
“Stranamore” Sheperd (Patrick
Dempsey) di Grey’s Anatomy. I
medici in TV sono buoni, altruisti,
compassionevoli e si prendono a cuore i pazienti. Tutti tranne il Dr. Gregory House.
Arrogante, egoista,
infantile, manipolatore, bugiardo, egocentrico, maleducato, misogino e frequentatore di prostitute, il Dr. House sarebbe l’incubo di
ogni paziente e di ogni collega: indifferente alle sofferenze dei pazienti e
alle regole dell’ospedale (e spesso anche a quelle del buon senso), ciò che
conta per lui è risolvere i casi, sempre più complicati, che gli vengono
sottoposti. House, infatti, non è un dottore qualsiasi che risolve casi
qualsiasi, ma è a capo del team di diagnostica dell’ospedale
universitario Princeton-Plainsboro: quando House accetta un paziente,
significa che il caso è già disperato, perché tutti i medici prima di lui non
sono riusciti a venirne a capo. Ed è lì
che comincia l’enigma: con l’aiuto del suo team (cambiato più volte nel corso delle serie), House comincia ad
“indagare” con una diagnosi differenziale, scrivendo su una lavagna tutti i
sintomi del paziente, escludendo via via tutte le malattie compatibili con i
sintomi grazie ad esami e analisi, e senza contatti diretti con il paziente. Riprendendo
la struttura dei romanzi gialli di Arthur
Conan Doyle, House/Sherlock Holmes
riesce a risolvere (quasi) tutti i casi che affronta nei 177 episodi grazie
alle sue intuizioni geniali: risolvere il caso però non significa sempre
salvare il paziente, perché spesso le diagnosi di House non lasciano scampo…
Oltre
ad essere un medico geniale dal carattere difficile, House è anche un drogato, dipendente dal Vicodin,
un forte antidolorifico che assume quotidianamente a causa di una menomazione alla
gamba destra, che gli causa un dolore cronico e che lo obbliga a camminare con
il suo inseparabile bastone. L’assuefazione
al Vicodin e il dolore cronico – causato, almeno in parte, dall’amputazione
di una parte della muscolatura, voluta dalla sua ex fidanzata Stacy Warner (Sela Warner) e dalla Dr.
Lisa Cuddy (Lisa Edelstein)
mentre House era in coma farmacologico – sono due costanti delle 8 serie in cui
assistiamo a numerose disintossicazioni e ricadute, una temporanea guarigione
dal dolore (in cui vediamo addirittura il Dr. House fare jogging!), allucinazioni
causate dall’abuso di Vicodin, che lo obbligano al ricovero volontario in un
ospedale psichiatrico e perfino il tentativo estremo di far ricrescere il muscolo
con un farmaco sperimentale, testato solo sui topi, che gli causa dei tumori
alla gamba.
Ecco,
a questo punto è impossibile non concordare con il Dr. Wilson. Il Dr. House è
uno stronzo. Certo, ma è uno stronzo
irresistibile: è talmente sopra le righe che è impossibile non amarlo
all’istante! Dissacrante, sarcastico,
ironico, divertente, cinico, ha il coraggio di fare ironia su ogni
argomento, dalla malattia alla morte, dalla religione alla sua dipendenza.
House non ha un approccio ortodosso né alla vita né al lavoro di medico, ma è
proprio il suo atteggiamento anticonformista
a renderlo unico. Ma nonostante questa corazza – causata anche da un rapporto
difficile con il padre (in realtà patrigno), ex marine ossessionato dalla
disciplina ferrea –, il Dr. House ha
due punti deboli: la Dr. Lisa Cuddy, direttrice
sanitaria dell’ospedale per le prime 7 stagioni, e il Dr. James Wilson, oncologo e migliore amico di House. Attratta
da House fin dai tempi del college, la
Cuddy rappresenta la disciplina, le regole e il buon senso che spesso
mancano al diagnosta: in veste di direttrice dell’ospedale, cerca di far
rispettare le regole, ma è spesso costretta a capitolare di fronte alle
soluzioni geniali ma fuori dagli schemi di House. Il loro rapporto, caratterizzato
da un’(apparente) incompatibilità di
carattere, da pesanti apprezzamenti “misogini” da parte di House e da continue schermaglie reciproche, diventa
una storia d’amore “ufficiale” nella
7° stagione, che ci mostra un inedito House “paterno” alle prese con la piccola
Rachel, la figlia adottiva della Cuddy.
La storia si interrompe quando la Cuddy scopre che House ha ricominciato a
prendere il Vicodin e lo lascia: House reagisce “alla House”, cioè in maniera completamente irrazionale, sposando
una giovane straniera, Dominika (Karolina Wydra), per farle ottenere la
carta verde e distruggendo con l’auto il soggiorno della casa della Cuddy,
impegnata in un pranzo con amici e il nuovo compagno. Questo “incidente”
causerà ad House una detenzione in carcere e la partenza della Cuddy, che
abbandonerà la serie alla fine della 7° stagione.
Se
House è Sherlock Holmes, il Dr. James
Wilson è il fedele Dr. Watson, la parte buona di House, la sua coscienza.
Amici dal college, i due hanno caratteri opposti: Wilson è empatico nei confronti dei pazienti, generoso e onesto ed è l’unico
ad accettare House così com’è. La loro amicizia viene messa a dura prova dalla morte di Amber (Anne Dudek), ex membro del team di
diagnostica e fidanzata di Wilson, che ritiene House responsabile della sua scomparsa, ma i due
dottori si riavvicinano in seguito alla morte del padre di House. Nelle ultime
puntate della serie, Wilson, oncologo, – ironia della sorte – deve affrontare
una terribile diagnosi: un cancro
incurabile che gli lascia 5 mesi di vita. House, terrorizzato all’idea di
restare solo, fa fatica a comprendere la decisione di Wilson di non lottare
(inutilmente) per vivere solo qualche mese in più fra atroci sofferenze, ma la
accetta per il bene dell’amico. Proprio quando i due stanno organizzando
l’ultimo viaggio insieme, ecco che tutto precipita: per una bravata – un
allagamento causato da House causa il crollo del soffitto sulla macchina della
risonanza – House, accusato di
vandalismo, deve tornare in carcere per i 6 mesi successivi.
La
frase Everybody lies – Tutti mentono – , ripetuta più volte da House
nel corso delle 8 serie, viene trasformata in Everybody dies – Tutti
muoiono – nel finale shock della serie. Dopo 177 episodi e 8 serie, dopo
aver assistito a sparatorie, incidenti, suicidi e malattie, i fans che
speravano un finale “degno” non sono stati delusi. Dopo un’ultima stagione non esaltante, che ha risentito dell’assenza della Edelstein e dell’inserimento di nuovi
personaggi poco incisivi (Odette Annable
nei panni della Dr. Adams e Charlyne Yi
nei panni della Dr. Park) accanto ai già consolidati Dr. Chase (Jesse Spencer), Dr. Foreman (Omar Epps) e Dr. Taub (Peter Jacobson), la paura di un finale
“banale”, che avrebbe rischiato di rovinare una delle migliori serie degli
ultimi anni, era palpabile. Nell’ultimo episodio, invece, il Dr. House dà il meglio (o il peggio, dipende dai punti di vista) di
sé: fuggito dall’ospedale e sotto effetto dell’eroina, il diagnosta si
risveglia in un palazzo in fiamme, con accanto a sé il cadavere del suo ultimo
paziente eroinomane. Mentre si interroga sul valore della vita e valuta l’opzione del suicidio, House è
vittima di allucinazioni in cui
assistiamo ad una lunga carrellata di (quasi) tutti i personaggi principali
della serie: il Dr. Kutner (Kal Penn), membro del team, morto
suicida; Amber, la fidanzata morta
di Wilson; Stacy, l’ex fidanzata di
House; la Dr. Cameron (Jennifer Morrison), ex membro del team
ed ex moglie del Dr. Chase. Ma quando House decide di
continuare a vivere, il palazzo esplode
davanti agli occhi di un attonito Wilson, accompagnato da Foreman,
direttore sanitario dopo le dimissioni della Cuddy ed ex membro del team di
House. E’ davvero questa l’uscita di
scena del Dr. House? Quando vediamo tutti i suoi amici e colleghi al
funerale (ci sono anche Tredici (Olivia Wilde), ex membro del team, malata di Huntington e la Dr. Masters (Amber Tamblyn), ex membro del team, grande assente è la Dr. Lisa
Cuddy), siamo delusi per il finale non certo eccezionale e (quasi)
rassegnati. Ma a volte basta poco, anche
solo un sms, per farci cambiare idea: Shut
up you idiot – Sta zitto idiota. Chi può essere così insensibile da
mandare un messaggio del genere durante un elogio funebre? Ovvio, solo lui, il
Dr. Gregory House! Ed infatti eccolo lì, ad aspettare Wilson davanti a casa: grazie ad uno stratagemma, tutti lo
credono morto, un’ottima soluzione per evitare la prigione e trascorrere con
Wilson i suoi ultimi mesi di vita! E quando i due partono sulle loro moto
sulle note di Enjoy yourself di Louis Prima, è impossibile non
commuoversi: un finale dolceamaro sì, ma
bellissimo.
Plurinominata
agli Emmy Awards e ai Golden Globes, Dr. House – Medical Division ha ottenuto, fra gli altri, due Golden Globes (nel 2006 e nel 2007) per
l’interpretazione di Hugh Laurie nei
panni del protagonista. Grazie a sceneggiature
originali e all’ottimo cast, la
serie ha modificato radicalmente l’immagine dei medical dramas, diventando una delle serie più seguite sia in
Italia che oltreoceano. Ora i fans più irriducibili staranno pensando che quell’sms
sarebbe stato un ottimo cliffhanger
per una stagione successiva ma, lo scriviamo a malincuore, è meglio chiudere
una serie “con il botto” che trascinarla per un’altra stagione, stanca e povera
di idee. Però siamo certi di una cosa: questo
Dr. House, scorbutico ma geniale, con il suo abbigliamento più da rocker che da
medico (t-shirt, jeans, Nike e immancabile bastone) ci mancherà tantissimo.
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