Io penso che se c’è una cosa che lo scrittore deve fare è evitare di annoiare a morte i lettori. Non credo di essere l’unico che trova sempre più difficile (faticoso) leggere e scrivere romanzi.
Dopo anni di pubblicazioni di romanzi dove la finzione, la costruzione narrativa ha prevalso, ritengo sia necessario ritornare al memoir, che non vuol dire semplice esibizione-egocentrismo, ma vuol dire raccontare il mondo filtrato attraverso le proprie esperienze.
Sono sicuro che l’utilità di un libro che narra con veridicità la propria visone del mondo sia molto più utile, e anche entusiasmante, di un libro costruito con logica scientifica/combinatoria e con eccelsa bravura, ma dove i personaggi, per quanto ben congeniati, siano lontani dalla vita vissuta.
D’altronde scrivere di se stessi è anche inventare, data l’impossibilità di essere oggettivi. Raccontare di sé è in qualche misura, imitare se stessi. E’ sempre più interessante essere se stessi che fingere di essere qualcun altro. Il memoir è una forma di narrazione immaginaria innestata nella vita.
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