Magazine Diario personale

Elsewhere

Creato il 24 gennaio 2013 da Povna @povna

L’idea era sul campo ormai da tempo. E ne avevano discusso, a spizzichi e bocconi, già nel 2012, tra le passeggiate al parco-giochi con Viola e l’Altra, nel paese-che-è-casa, alla Neverland di settembre; oppure in qualche riunione-aperitivo nella luce del crepuscolo, nei giorni della coda estiva. Ma i mesi dell’autunno bastardo avevano fermato tutto. E, prima che avessero il coraggio di riprendersi, questo inverno bizzarro e umidiccio li aveva già trasportati ad anno nuovo.
Però, in un giorno a piacere della settimana scorsa, la ‘povna e Viola si sono sentite, e hanno deciso che l’occasione era troppo tosta e troppo bella, che un placet avuto dalla Regione (con tanto di finanziamento) non si può abbandonare sul campo, che si poteva fare.
Nelle prossime quattro settimane, esatte esatte, loro due, e un insieme di amici e studiosi che assomiglia un po’ all’armata Brancaleone nei nomi (ma, si spera, non nei fatti), si dedicheranno a compilare il bando europeo per un progetto. Si tratta di una cosa interdisciplinare, nuova e bella. Le conoscenze ci sono, le collaborazioni anche, le possibili applicazioni pure. Il cuore organizzativo della faccenda (nome in codice “Team”, per le scartoffie) secondo una roadmap che Viola ha compilato con puntiglio, saranno appunto Viola (capofila responsabile, in nome del ruolo istituzionale che occupa), l’Amica Collega, l’Amico Mostro, Ohibò, la Venexiana, lo Stropicciato, il Palombo, forse Tabata, e ovviamente la ‘povna. Ai quali si aggiungeranno – nelle vesti di partner per possibili joint venture – alcuni dei Centri di Ricerca più prestigiosi d’Europa.
Se vinceranno il premio, e dunque il finanziamento, avranno a disposizione una cosa come due milioni di euro. Se shortlisted, con almeno la sufficienza, un contentino di appena cinquemila.
La ‘povna pensa che una cosa così le piace proprio, e basta: lavorare con un gruppo di ricerca che si è selezionato in nome della stima intellettuale tradotta in amicizia; fregarsene delle gerarchie consuete, che in Italia fanno tutto, e invece appena varcati i confini dell’Europa sono niente; porre la testa su un problema epistemologico che è, banalmente, molto bello.
Dunque si dedica con alacrità alle sue consegne. Ché il sogno per il 2013 – come da nome del progetto – è quello di volare, in compagnia dei più cari tra i suoi affetti, tutti insieme “Altrove”.


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