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Emanuela Orlandi: supertestimone Marco Fassoni Accetti, tra dubbio e mistero

Creato il 25 aprile 2013 da Yellowflate @yellowflate

Emanuela Orlandi Si  infittisce il trentennale mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. Spunta un testimone che potrebbe avere in mano la chiave del mistero.

Marco Fassoni Accetti, è lui l’uomo che avrebbe parlato con la procura capitoli ma è anche lui il famoso supertestimone che ha rilasciato dichiarazioni a Chi l’Ha Visto ma anche e sopratutto colui che avrebbe svelato il mistero del flauto di Emanuela consegnandolo alla troupe televisiva.

Certo ancora non è chiaro se tutto quello che racconta l’uomo è vero, provato e reale tanto è che secondo quanto scrive Giornalettismo, Fassoni Accetti potrebbe persino essere incriminato di autocalunnia, visto che gli inquirenti mettono in dubbio la storia che l’uomo racconta.

In ogni caso è lui che fa ritrovare il flauto, è lui che avrebbe ammesso di essere uno dei telefonisti dello strano sequestro, scrive Il Giornale riportando le parole dell’uomo

“Non c’è stato nessun sequestro: Emanuela Orlandi e Mirella Gregori si sono allontanate spontaneamente”

“Certo, se fosse vero quello che il testimone ha raccontato sulla sparizione della Orlandi, avvenuta nel giugno del 1983, e di Mirella Gregori, nel maggio dello stesso anno, l’inchiesta che cerca di fare luce su questo giallo infinito farebbe un bel balzo in avanti. Ma i pm sono molto cauti, come anche Massimo Krogh, il legale che da sempre assiste la famiglia Orlandi e che, abituato com’è a rivelazioni e farneticazioni di ogni genere, bolla come «inverosimili» le ultime novità. Comunque eccola la versione di M.F.A., così come la raccontava il Corriere della Sera di ieri. Parte tutto dal ritrovamento di un flauto, avvolto in alcuni fogli di giornale, uno dei quali del 29 maggio 1985 riportava un articolo sul sequestro.”

Ad oggi il famoso flauto stato consegnato alla magistratura che compirà le indagini di rito per ora di Fassone Accetti si sa che è stato interrogato ed avrebbe riempito pagine di verbali dichiarando persino di aver fatto parte di una sorta di nucleo di intelligence

Si legge sul Giornale in merito a Faccetti Assoni:

“Sarebbe stato lui, rivela, uno dei telefonisti del sequestro e sempre lui, il 22 giugno 1983, sarebbe stato appostato in corso Rinascimento, a Roma, per scattare fotografie alla Bmw a bordo della quale ci sarebbe stato il boss della banda della Magliana Renatino De Pedis e sulla quale sarebbe stata fatta salire Emanuela. Non sarebbe stata quella l’unica occasione in cui avrebbe visto la ragazza. Nei mesi successivi l’avrebbe incontrata tantissime altre volte, fino al dicembre del 1983, quando sarebbe stata trasferita all’estero, «nei sobborghi di Parigi». Emanuela, sostiene, non avrebbe subito violenze, avrebbe vissuto in due appartamenti e in due camper e potrebbe essere ancora viva, chissà dove, così come Mirella Gregori.

M.F.A. avrebbe fatto parte di una «lobby di controspionaggio» che avrebbe ordito una trama per condizionare la Curia nella quale si inserirebbe la scomparsa delle due quindicenni. Scomparsa che all’inizio fu «allontanamento volontario». «Creammo una trama di amiche con cui si allontanarono», dice. Una compagna di scuola, per la Orlandi, «che salì con lei su un’auto assieme a un finto prete». La Gregori, invece, si sarebbe innamorata di un membro dell’organizzazione e sarebbe fuggita all’estero per tornare a Roma nel 1994 quando avrebbe incontrato di nascosto la madre.”

Emanuela Orlandi: supertestimone Marco Fassoni Accetti, tra dubbio e mistero

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