Emerge dall’oblio della storia il bunker della X° Mas

Creato il 17 febbraio 2014 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

Emerge dall’oblio della storia il bunker del ’principe nero’ Junio Valerio Borghese, comandante della X° Mas.
A guidare i ricercatori di Xplora che hanno dato vita al progetto ‘Lonato sotterranea’ è stata la testimonianza di chi quel tunnel contribuì a costruire nel 1944 a fianco del padre impresario edile. Indicazioni preziose, confermate dalle ricerche di superficie effettuate con l’ausilio di una speciale termocamera. Il bunker con due stanze sotterranee attraversava la collina sotto gli edifici della fondazione Ugo da Como che per un certo periodo furono la sede della X° Mas e del comandante Valerio Borghese.
“Quel bunker l’ha costruito mio padre Ugo Badinelli nel 1944- racconta il figlio Spartaco. Fu realizzato da numerosi operai usando picconi e badili. Contribuii anch’io che all’epoca ero un ragazzino. Gli scavi furono avviati contemporaneamente da entrambi i lati della collina. Il tunnel era in mattoni, al centro c’erano due stanze da usare come deposito. L’ingresso si trovava appena oltre il cancello della Fondazione Ugo Da Como, sulla sinistra. Attraversava la collina e sbucava dall’altro lato, verso il cimitero. L’accesso venne smantellato nel primo dopoguerra con il recupero dei mattoni.”
“E’ proprio così –aggiunge Armando Bellelli ricercatore di Xplora che sta individuando ed esplorando tutti i bunker ed i rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale usati dalla Rsi e dai Nazisti. E’ il rifugio del principe Borghese, comandante della X° Mas che nella casa della Da Como ebbe la sua sede nella seconda guerra mondiale e proprio qui si stabilì il comandante. Le testimonianze storiche sono precise al riguardo così come alcuni documenti locali che raccontano le vicende di quel periodo.
Noi abbiamo effettuato le ricerche del caso e le conferme sono arrivate puntuali. Quello era il rifugio antiaereo del ‘principe nero’.”
Le rilevazioni sul posto sono state effettuate oltre
che da Bellelli da Serena Oneda, Diego Vezzoli, Andrea Bellandi, Enrico Balabio, Emanuela Galvani e Mattia Laude.
Per sondare il sottosuolo è stata impiegata una termocamera ‘Testo’ modello 890-2 in uso alla speleologa di Bedizzole Serena Oneda. Si tratta di un’apparecchiatura sofisticatissima in grado di rilevare anomalie termiche anche minime anche sotto il suolo, permettendo di individuare murature sepolte, mattoni, cavità etc.
E’ stata concessa gentilmente dalla Testo Spa di Settimo Milanese, azienda leader nel settore delle misurazioni termiche, in comodato ad Xplora per compiere ricerche approfondite e specifiche nel territorio di Lonato e del Garda. E la termocamera ha confermato i racconti degli anziani e cioè che il tunnel è in alcune parti risulta crollato o è stato riempito con terriccio ma che sono ancora praticabili alcuni tratti e le 2 stanze.
Dell’imbocco è rimasto parte di quello che poteva essere un’uscita di sicurezza riutilizzata come pozzetto dell’acqua. In estate i ricercatori riprenderanno le ricerche nel tentativo di trovare un accesso al bunker ed esplorarlo.
Ennio Moruzzi


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