Negli scorsi giorni l’Italia ed anche l’Europa del Nord sono state flagellate dal maltempo, ecco come comportarsi in caso di emergenza.
L’alluvione di Cardé, in provincia di Cuneo nel 2009
A distanza di poco più di un mese dall’alluvione che ha colpito la Sardegna, i geologi sottolineano ancora una volta l’importanza e la necessità di un radicale piano di informazione aperto ai cittadini e per questo hanno messo a punto 11 regole buon comportamento.
In caso di alluvione, secondo Vittorio D’Oriano, vicepresidente del Consiglio nazionale dei geologi, “prima di tutto dobbiamo: essere consapevoli che la prima ‘cosa’ da mettere in salvo è la vita; attardarsi per salvare un quadro, la foto di famiglia, l’atto di proprietà della casa, potrebbe esporre chiunque a situazioni pericolosissime e a guai irreparabili. La forza dell’acqua è, salvo eccezioni, quasi sempre elevata, pensare di contrastarla quando non efficacemente organizzati espone a rischi”.
Ecco quindi le 11 regole: 1. Interrompere l’erogazione dell’energia elettrica e l’erogazione del gas se centralizzato, chiudere le bombole di gas degli impianti individuali; 2. Non usare gli ascensori; 3. salire ai piani alti e mai scendere negli scantinati per nessun motivo; 4. non avventurarsi nelle strade allagate a piedi o con qualsiasi mezzo di locomozione; 5. se sorpresi dalla piena lungo una strada entrare nel primo portone aperto e salire ai piani superiori senza forzare in alcun modo la corrente. E ancora: 6. se sorpresi dalla piena in auto abbandonare immediatamente l’auto e portarsi nell’edificio più vicino raggiungendo i piani più alti; 7. non accedere ai sottopassi, anche quando sembrano asciutti, se non dopo essersi accertati dell’assenza di pericolo; 8. non attraversare ponti anche quando la lama d’acqua che li sormonta sembra modesta; 9. evitare di spostarsi lungo strade allagate; 10. non trattenersi lungo gli argini dei fiumi o sui ponti; 11. evitare di abbandonare un luogo sicuro per raggiungere amici o conoscenti.
Secondo D’Oriano, infine, “è necessario, almeno per i centri abitati procedere a realizzare mappe del rischio di alluvione in relazione alle diverse quantità di precipitazioni attese o ipotizzabili in modo da discriminare con certezza le une dalle altre a grande scala 1/1000 o 1/2000″.