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Emergenza farmaci in Italia: venduti all'estero a prezzi maggiorati

Creato il 20 gennaio 2014 da Informasalus @informasalus

farmaci
Esiste un 'mercato parallelo' dei farmaci destinati all'Italia ma venduti all'estero, dove si guadagna di più, che provoca la mancanza di medicinali nelle nostre farmacie

Antitumorali, eparine, antipsicotici e broncodilatatori. Esiste un 'mercato parallelo' dei farmaci destinati all'Italia ma venduti all'estero, dove si guadagna di più, che provoca la mancanza di medicinali nelle nostre farmacie.
Il mercato parallelo dei farmaci in Paesi europei più redditizi determina a Roma, e in tutta Italia, "una vera e propria emergenza", al punto che molti farmaic risultano irreperibili. È quanto denuncia Federfarma Roma che, nella lettera scritta all'Agenzia Italiana del Farmaco, chiede "immediati provvedimenti" per evitare ulteriori contingentamenti di medicinali che metterebbero a rischio la salute e la vita stessa dei cittadini.
In sostanza nell'esposto-denuncia si sostiene che grossisti e farmacisti comprano medicinali destinati al mercato italiano e li vendono su mercati dove si guadagna di più, come Germania o Regno Unito. Il vantaggio per chi opera nel mercato parallelo, che siano aziende produttrici, grossisti o farmacie con autorizzazione all'ingrosso, è meramente economico: l'esportazione viene avviene solo per quei farmaci che in Italia hanno un prezzo al pubblico/farmacia inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei, guadagnando così sulla plusvalenza che si matura nel vendere il farmaco sul territorio estero.
Secondo Federfarma ciò comporta la carenza o anche l'irreperibilità per lunghi periodi di molti farmaci e un contingentamento degli stessi da parte delle aziende. Il risultato finale è he spesso i pazienti, anche affetti da gravi patologie, non trovano le medicine loro necessarie.
“Per questo - afferma il presidente di Assiprofar Federfarma Roma, Franco Caprino - chiediamo un intervento deciso per arginare il fenomeno dell'export parallelo, ipotizzando addirittura il blocco temporaneo delle esportazioni parallele, così da poter garantire la continuità terapeutica a migliaia di cittadini oramai costretti ad affannose ricerche per i farmaci che quasi sempre sono poi introvabili”.



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