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Emergenza nucleare: il peggio non sembra passato

Creato il 27 marzo 2011 da Alessandro @AleTrasforini
Il gioco dell'informazione riesce a distorcere l'aggravarsi di una terribile vicenda come quella giapponese; in questi momenti la situazione in prossimità della centrale di Fukushima sembra lontana secoli luce da una positiva risoluzione.
All'interno dei reattori maledetti gli indici di radioattività sono immensamente più alti della norma: all'interno del reattore 2 gli indici di radioattività sono superiori di circa dieci milioni di volte ai livelli normali.
Neppure i tecnici-eroi possono più nulla, di fronte a questa eventualità tragicamente verificatasi.
Il livello di componenti fissili come iodio e cesio è già largamente oltre gli indici di allerta, sia nelle acque che nelle vicinanze di questa centrale di morte.
Dalle ultime misurazioni disponibili indici di radioattività sono superiori di 1850 volte rispetto alla norma, mentre le tracce di iodio raggiungono livelli di 1250 volte più grandi della reputata normalità.
La stessa Aiea nutre, per bocca del direttore Yukiya Amano, fortissimi dubbi riguardo alla durata stessa di questo allarme: si potrebbe arrivare a raggiungere mesi interi di continuo pericolo, inseguendo un mai troppo sperato raffreddamento di queste gabbie di morte.
La tenuta stagna dei reattori sembra fortemente compromessa, così come sembra impossibile fare una stima effettiva delle quantità d'acqua presenti all'interno dei reattori ormai distrutti.
Il solo segno positivo  riguarda il parziale ristabilimento dell'energia elettrica all'interno della stessa centrale; rimane comunque scontato scrivere che ciò che si sta facendo è ancora troppo poco.
Nel frattempo, qualcuno riporta la tragedia di Chernobyl in triste attualità. Si faccia preliminare cenno alla scala Ines (International Nuclear Event Scale), ricordandola capace di esprimere e quantificare il grado di rischio derivante da eventi nucleari e radiologici.
Composta da 7 differenti indici di gravità, è così articolata:
  • indice 0: Deviazione (NON significativo per la sicurezza);
  • indice 1: Anomalia;
  • indice 2: Guasto;
  • indice 3: Guasto grave;
  • indice 4: Incidente con conseguenze locali;
  • indice 5: Incidente con conseguenze significative;
  • indice 6: Incidente grave;
  • indice 7: Incidente catastrofico.
E' di pochi giorni fa l'avvenuto passaggio al grado 6, relativamente all'emergenza nucleare di Fukushima.
Siamo quindi in oggettiva presenza di un incidente grave, sotto tutti i punti di vista normativi e tecnici riconosciuti dalla stessa AIEA.
Uno studio commissionato da Greenpeace aggiunge, tuttavia, altra benzina sull'incendio largamente divampato. Greenpeace Germania ha infatti incaricato l'esperto di sicurezza Helmut Hirsch di redigere un'analisi precisa riguardo a questa emergenza prepotentemente irrisolta.
Basandosi su dati pubblicati dall'Agenzia governativa francese per la protezione da radiazioni (Irsn) e dall'Istituto Centrale di Metereologia Austriaco (Zamg), l'esperto ha rilevato che la quantità di prodotto radioattivo (cesio+iodio) rilasciato a Fukushima tra l'11 e 13 marzo scorso equivale al triplo del valore minimo per poter classificare un incidente con il più alto livello di gravità possibile.
Greenpeace osserva che, laddove a Chernobyl si verificò l'incidente in un solo reattore, a Fukushima "si è avuto un rilascio di radioattività da quattro reattori. I reattori 1,2 e 3 hanno subito perdita di liquido refrigerante che ha portato alla fusione del combustibile nucleare. La piscina del reattore 4, contenente combustibile nucleare esausto, ha perso liquido refrigerante fino a produrre un incendio che ha coinvolto il combustibile. [...] Sommando i rilasci di radiazione da tutti i reattori dell'impianto di Fukushima-Daiichi, ovvio che sia raggiunto il livello 7 della scala Ines."
Con queste parole si conclude il rapporto presentato da Hirsch.
L'associazione si dimostra fortemente preoccupata per le potenziali conseguenze che la ricaduta radioattiva produrrà su uno Stato ad altà densità di popolazione come quello giapponese (800-1200 ab/km2, nds).
Stime di altri esperti rimangono, tuttavia, molto più caute.
La stessa Aiea afferma che le stime relative alle dispersioni ambientali nei giorni successivi all'incidente sono inferiori rispetto ai valori registrati a Chernobyl.
Eugenio Santoro, esperto Enea, è altrettanto a sostegno di questa tesi:
"Non è possibile dire che a contaminazione avvenuta a Fukushima sia massiva come lo è stata quella di Chernobyl. Nell'incidente di Chernobyl un'esplosione ha scagliato i materiali radioattivi  direttamente nell'atmosfera, dove sono stati trasportati insieme  alle masse d'aria.
Nel caso di Fukushima i radionuclidi non hanno mai raggiunto l'alta atmosfera, la diffusione è stata più limitata e con una dispersione di materiale radioattivo a livello locale."
Al momento sembra, purtroppo, confermata anche la fusione del nocciolo contenuto nel reattore 2: il peggio deve ancora arrivare?
Nel mentre, per risposta, si continuano a fare guerre per ragioni puramente energetiche.
EMERGENZA NUCLEARE: IL PEGGIO NON SEMBRA PASSATO
Per saperne di più:
http://www.unita.it/mondo/greenpeace-a-fukushima-radioattivita-pari-a-chernobyl-1.279096
http://www.unita.it/mondo/giappone-esperti-fusione-parziale-del-nocciolo-1.279177
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/03/11/visualizza_new.html_1557212528.html

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