Di Oreste Cirillo. Cassonetti traboccanti di rifiuti, raccolta latente e strade che sembrano discariche abusive. La crisi dell’azienda capitolina, la Caporetto dell’Ama – che si occupa dello smaltimento dell’immondizia e di mantenere pulita Roma – oramai è un dato di fatto. Roma si presenta sempre più sporca agli occhi dei turisti e soprattutto dei suoi cittadini. Ne è consapevole anche il sindaco, Ignazio Marino, che pur avendo già, in questo suo primo anno in carica, “mandato a casa” un presidente dell’azienda, resta lontano dall’aver trovato una soluzione effettiva per questo problema della Capitale.
LA VICENDA: Dal primo ottobre dello scorso anno Marino è riuscito nell’impresa di far chiudere Malagrotta, la discarica più grande d’Europa, dove finiva tutto quello che i romani buttavano via senza alcun tipo di trasformazione e al di fuori di ogni regola di riciclaggio. Si è costretti così, però, ad utilizzare solo i 50mila cassonetti per 2 milioni e ottocentomila abitanti, che aggiungendo tutti pendolari, raggiungono quasi 3 milioni e mezzo di persone; con una quantità di rifiuti da raccogliere ogni giorno pari a circa 5 mila tonnellate. Da qui sono nati i problemi – giustificati dall’azienda tramite problemi di funzionamento di alcuni impianti di smaltimento – a causa del fatto che Roma non è in grado di reggere a questo carico di rifiuti.
POLEMICHE: Ovviamente come in ogni crisi che si rispetti, tutti hanno iniziano a puntare il dito. Il primo è stato proprio il sindaco Marino che criticato “dai più” è dovuto intervenire affermando che: “Sono molto stanco e arrabbiato della situazione dei rifiuti. È vero che abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta ma adesso Ama deve funzionare meglio. Abbiamo un 18% di assenteismo che è inaccettabile, così come è inaccettabile che i dirigenti non controllino i dipendenti. Credo sia venuto il momento di far saltare qualche testa”. A rispondere alle esternazioni del primo cittadino è stato il segretario generale della Cgil Fp di Roma e del Lazio, Natale di Cola: “Se il sindaco Marino è stanco e arrabbiato per la situazione dei rifiuti della Capitale, noi siamo delusi, anzi furiosi. Delusi perché invano da anni ripetiamo che era necessaria una rivoluzione organizzativa e che i responsabili della situazione in cui ci troviamo andavano rimossi, furiosi perché la grave situazione in cui si trova la città non si risolve puntando il dito contro i lavoratori”. Chiedendo infine all’azienda di portare al tavolo sindacale i dati sulle assenze per cercare insieme dei correttivi e al sindaco di trovare una soluzione veloce e credibile al problema dello smaltimento che è la causa del problema.
Hanno iniziato a protestare anche volti noti come il giornalista Bruno Vespa e l’Architetto Massimiliano Fuksas. Proprio Vespa ha iniziato un botta e risposta con Marino partito su twitter e poi spostatosi su note testate giornalistiche. Il tutto è nato dal paragone effettuato da Vespa tra San Pietroburgo e Roma: la prima pulitissima sebbene raggiunga i 5 milioni di abitanti, la seconda sporchissima per la mala organizzazione. Dalla Capitale al Governo per Vespa il passo è breve. Se è vero che Roma è la porta d’ingresso d’Italia, Vespa colpisce direttamente il premier: “Matteo Renzi sta riformando la Costituzione, la legge elettorale, la burocrazia. Ma fino a quando i suoi ospiti stranieri a passeggio nella capitale si troveranno di fronte allo spettacolo degli ultimi giorni la sua credibilità andrà fatalmente a soffrirne. Chi ospita qualcuno in casa facendogli trovare la pattumiera all’ingresso?”.
Da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è arrivata una mozione di sfiducia verso l’ assessore all’ambiente, Estella Marino. Secondo Fabrizio Ghera, capogruppo in Campidoglio: “Marino ha dichiarato in modo stizzito che è ora che saltino teste. Bene, allora cominciamo dall’assessore all’Ambiente. La situazione nella capitale è fuori controllo, interi quartieri strabuzzano di rifiuti e i romani sono furiosi ed insoddisfatti”.
L’INCHIESTA: Nel frattempo, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta sui ritardi nella raccolta dei rifiuti. Il fascicolo per ora resta senza ipotesi di reato. Tutto è nato da un esposto del Codacons in cui si sarebbe parlato di un presunto boicottaggio da parte di gruppi di dipendenti. Nel suo esposto il Codacons punta il dito contro gli assenteisti e si chiedi alla procura “svolgere le opportune indagini chiedendo sin da ora procedere al sequestro di tutte le certificazioni rilasciate in cui si attesta la malattia dei dipendenti Ama per risalire ai medici che, nell’ultimo anno, le hanno prescritte e verificando la rispondenza all’effettivo stato di malattia dei dipendenti e in caso di illeciti agire anche nei confronti dei medici stessi autori delle certificazioni”.
PIANO D’AZIONE: E’ arrivato un nuovo piano straordinario per decoro e pulizia della città con provvedimenti drastici per risolvere il problema in 10 giorni – almeno a detta del sindaco Marino. Nel giro di due settimane a Rocca Cencia sarà montato un impianto provvisorio, chiamato tritovagliatore, che permetterà il trattamento dei rifiuti. L’operazione sarà affidata ad una multiutility romagnola, l’Hera. Verranno effettuati accordi con i fornitori dei servizi i trasporto e smaltimento dei rifiuti, portando i rifiuti già trattati anche all’estero – tramite gara europea. Saranno schierate 30 squadre di pronto intervento (due operatori e un mezzo) a disposizione dei presidenti di Municipio per intervenire dopo le segnalazioni dei cittadini. I dirigenti dell’ Ama hanno rinunciato alle loro ferie per vigilare il tutto anche di notte.
Per quanto riguarda le misure a lungo termine sono in cantiere i progetti di due ecodistretti su aree di proprietà di Ama, da riqualificare e risanare a Rocca Cencia (a fianco dell’attuale impianto di Trattamento meccanico biologico), e Ponte Malnome nella Valle Galeria (nella rimessa Ama di fronte alla discarica di Malagrotta). Si potrà così tentare di trasformare i rifiuti in vere e proprie risorse.