Ritardare o saltare i pasti causa un leggero calo della concentrazione di zuccheri nel sangue ( glicemia ), circostanza che favorisce l’emicrania. Di solito questo è il fattore scatenante principale nei bambini, soprattutto quando sono in fase di crescita rapida, o sono impegnati in uno sforzo fisico molto intenso.
Ciò spiega come mai alle volte i nostri bambini tornano da scuola con un forte mal di testa: non hanno ingerito la quantità sufficiente di cibo per mantenere costante la glicemia, oppure hanno esagerato durante le attività ricreative.
Un alimentazione insufficiente può scatenare anche nell’adulto l’emicrania.
Ad esempio non fare colazione scatena il mal di testa in tarda mattinata, mentre non pranzare induce il mal di testa verso il tardo pomeriggio. In caso l’emicrania si presenta, di tanto in tanto, al risveglio, è opportuno riconsiderare l’ora in cui si cena la sera. Se la cena è consumata ad un orario molto lontano da quello del sonno, è opportuno integrare qualche “zucchero” prima di coricarsi. Questo semplice modo potrebbe bastare a curare l’emicrania.
Un altro svariato numero di persone affette da emicrania sentono invece il bisogno di consumare vari spuntini, più o meno ogni quattro ore, per evitare che fluttuazioni della glicemia possano fungere da elemento scatenante. In questo caso andrebbe bene mangiare snack dolci o cioccolato, ma meglio se al termine di un pasto, piuttosto che in alternativa a un pasto.
La disidratazione è anch’essa una comune causa di mal di testa, e ha un ruolo anche nell’emicrania. Un recente studio ha dimostrato che l’incremento giornaliero dell’assunzione di liquidi, nella misura di almeno un litro al giorno, riduceva le ore totali e l’intensità degli attacchi.
Molti alimenti sono stati implicati come causa dell’insorgenza dell’ emicrania. Tra questi alimenti spiccano l’alcol, il cioccolato, il formaggio, gli agrumi e i cibi sottoaceto.
Non vi è dubbio che determinate sostanze possano scatenare attacchi di emicrania nei soggetti suscettibili, tuttavia, nella maggioranza dei casi l’ingestione di cibo sopsetto e così palesemente correlata con l’insorgenza del mal di testa, che la persona impara velocemente ad evitare l’alimento.
Il fattore scatenante citato con maggiore frequenza è l’alcol. Alcuni tipi di bevande alcoliche contengono alcuni composti chimici simili o correlati all’alcol etilico ( chiamati congeneri ) che possono incidere direttamente sui vasi sanguigni oppure provocare il rilascio di altre sostanze coinvolte nell’emicrania. Ad esempio alcuni vini rossi contengono quantità più elevate di questi composti e hanno quindi una maggiore probabilità di indurre un attacco rispetto a bevande più pure, come la vodka.
questi attacchi di emicrania non sono dovuti ad una vera e propria reazione allergica, ma piuttosto scatenati da una particolare “sensibilità alimentare” oppure da una più comune ”intolleranza alimentare”.
Una reazione allergica è determinata dalla produzione di anticorpi specifici, che possono essere misurati nella circolazione sanguigna. Infatti in soggetti affetti da emicrania non è stata identificata nessuna reazione specifica antigene-anticorpo in conseguenza dell’assunzione di cibi scatenanti.
Se si esclude un numero di casi molto circoscritto è perciò improbabile che un test allergico si mostri utile in caso di emicrania.
Qualunque sia il legame tra cibo e mal di testa, troppe persone evitano in maniera rigorosa gli alimenti sospetti senza prima accertarsi che essi influiscano o meno sull ‘emicrania di cui soffrono. Se si pensa che un determinato cibo sia alla base dei propri attacchi, bisognerebbe eliminarlo dal regime alimentare per parecchie settimane, tenendo contemporaneamente nota di eventuali variazioni degli attacchi.
Tutto questo insieme a diete di eliminazione cibi più rigorose dovrebbero essere seguite esclusivamente sotto la supervisione di un medico o di un dietologo.