Emil Otto Hoppe’, MAST. Bologna 21-03-2015

Creato il 30 marzo 2015 da Maxscorda @MaxScorda

30 marzo 2015 Lascia un commento

Con grande piacere torniamo al MAST, imponente ed elegante struttura sede della fondazione omonima che pone al centro degli studi la ricerca quando coinvolge innovazione, arte e tecnologia.
Programmaticamente le loro esposizioni restano nell’ambito della sfera industriale e la fotografia, tra tutte le arti, coniuga la tecnica con l’estetica di un sistema che dell’ordine e della struttura sa fare la propria cifra stilistica.
Questa volta al MAST. si racconta di Emil Otto Hoppe’, personaggio singolare dal destino ancora piu’ singolare. Tedesco naturalizzato inglese, terminati gli studi di economia si dedico’ alla fotografia con straordinari risultati al punto che attorno al 1920, era uno dei fotografi piu’ famosi non solo in patria ma nel mondo.
Davanti alle sue lenti sono passati principi e regine, artisti di fama internazionale, letterati e politici, esponenti del bel mondo e semplici volti che egli trovo’ caratteristici. Nel contempo si rese celebre con reportage dal mondo, tempi quelli in cui la fotografia era il solo modo per conoscere altri paesi e altri culture e se a tutto questo si aggiungeva l’occhio privilegiato dell’artista, si faceva la storia.
Qualcosa pero’ ando’ storto nella carriera di Hoppe’ perche’ negli anni ’50. ormai settantenne e in pensione, cedette l’intero suo archivio che fu catalogato per genere e non per autore, smarrendo l’uniformita’ tematica e finendo velocemente in un oblio immeritato. Solo di recente la sua opera e’ stato recuperata integralmente e il MAST offre in anteprima mondiale 200 scatti della realta’ industriale nei primi decenni del secolo scorso.
Lo stato di conservazione non sempre e’ eccellente ma cio’ non inficia il valore artistico degli scatti e comunque una parte considerevole e’ ristampata in digitale. In aggiunta alle fotografie, girano in rotazione proiezioni di alcune delle sue collezioni di ritratti, artisti del balletto russo, nudi, Africa, Australia e Inghilterra.
Infine non manca un breve documentario nel quale viene raccontato il quasi fortuito ritrovamento delle sue foto e il percorso di vita e carriera. 
Un ringraziamento doveroso al MAST. anche per il piccolo ma prezioso catalogo in omaggio e la grande attenzione che pone in queste iniziative.

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