Il deputato modenese del Pd ha evidenziato la mancanza di responsabilità del premier per il suo ritiro. La scelta è stata del tutto personale, mossa da sollecitazioni a “sistemare il quadro”; da qui la decisione di evitare strumentalizzazioni e divisioni per rafforzare il partito.
E’ così iniziato il “j’accuse” trasversale contro la magistratura ad orologeria. “Per risparmiare tempo, chiediamo alla Procura di Bologna chi vuole alla presidenza della Regione”, ha dichiarato a La Stampa con un’ironia dalla vena amara Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura di Sinistra Ecologia e Libertà.
Sulla stessa lunghezza d’onda Pierferdinando Casini, che da Repubblica ha osservato la “strana coincidenza” tra la conclusione delle indagini, durate ben due anni, e l’inizio della campagna elettorale per le primarie in Emilia.
Per Linda Lanzillotta di Scelta Civica c’è una palese interferenza da parte della magistratura. La percezione di una classe dirigente corrotta danneggia il Paese, “sempre scosso da vicende giudiziarie che non riesce mai a trovare una sua stabilità per operare sul piano politico”.
La storia politica italiana è stata determinata più volte dal lavoro dei pm; per quanto il potere giudiziario possa essere ingerente ed irriverente, i politici hanno le loro responsabilità. Di certo non possono essere condannati per ciò che non hanno fatto, né vengono aperte inchieste senza indizi ed eventi sospetti. Non è arrivato forse il momento di utilizzare la decantata trasparenza?